Libia: l'Onu approva una risoluzione per il cessate il fuoco
Marco Guerra – Città del Vaticano
Per la prima volta dal riaccendersi del conflitto in Libia, ad aprile, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu chiede alle parti in conflitto di "impegnarsi per un cessate il fuoco duraturo". I quindici membri dell’organismo hanno adottato una risoluzione - con 14 voti a favore e l'astensione della Russia - che riconosce i 55 punti adottati alla conferenza di Berlino e insiste sul pieno rispetto dell'embargo sulle armi che è stato ripetutamente violato.
Chiesto rispetto embargo sulle armi
Il testo redatto dal Regno Unito è stato discusso per tre settimane, a dimostrazione delle divisioni in seno alla comunità internazionale circa le soluzioni per il Paese nordafricano. Il documento chiede al Segretario generale Antonio Guterres di fornire proposte per un’efficace meccanismo di monitoraggio della tregua. I rappresentati di diversi Paesi europei, tra cui Germania e Francia, hanno detto che l'Ue è pronta a sostenere il processo di mediazione guidato dall'Onu e gli sforzi della missione Unsmil. Hanno inoltre esortato tutti gli Stati membri ad astenersi dall'inasprire il conflitto e a rispettare rigorosamente l'embargo sulle armi. E domenica a Monaco di Baviera si riunirà il cosiddetto “Comitato dei seguiti” dei ministri degli esteri per proseguire il processo di verifica della tregua in Libia.
Le iniziative di Italia e Francia
Non si fermano intanto le iniziative diplomatiche dei singoli Paesi. Dopo la visita di ieri a Tripoli e il colloquio con il capo del governo di accordo nazionale Serraj, il Ministro degli Esteri Italiano Di Maio oggi avrà un incontro con il generale Haftar, l’uomo forte della Cirenaica. Anche la Francia si muove, ieri ad incontrare Haftar è stato un direttore del ministero degli esteri del governo di Parigi.
Il vicario apostolico: tenere fede agli impegni presi
“Ottenere la pace e la riconciliazione non sarà facile. In Libia vi sono delle divisioni profonde e le parti in conflitto sono molto distanti. È perfino difficile trovare il modo di far sedere tutti ad uno stesso tavolo”. Così il vicario apostolico di Tripoli, monsignor George Bugeja, ha descritto ad Aiuto alla Chiesa che Soffre l’attuale situazione nel Paese nordafricano. Pur constatando come la recente Conferenza di Berlino abbia rappresentato un “indubbio segno positivo”, il presule sottolinea come il cammino della Libia sia ancora lungo e quanto sia importante che “i vari Paesi che hanno preso parte all’incontro nella capitale tedesca tengano fede agli impegni presi nel corso della conferenza berlinese”.
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