Minori invisibili: 5 mila piccoli migranti scomparsi in Italia
Roberta Gisotti – Città del Vaticano
Li vediamo scendere dalle navi, che li hanno soccorsi in mare, altri arrivano su barconi di fortuna che approdano di notte in luoghi nascosti delle coste italiane, altri ancora sfuggono ai controlli delle frontiere terrestri: migliaia di minori non accompagnati, in massima parte ragazzi adolescenti, ma ci sono tra loro anche ragazzine e bambini. E’ la fotografia inquietante dei piccoli e giovanissimi migranti lasciati soli ad affrontare le intemperie fisiche e psichiche della vita, ad orientarsi nel mondo degli adulti.
Seimila minori stranieri non accompagnati
Ogni mese il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, attraverso la Direzione generale dell’immigrazione e delle politiche dell’integrazione, presenta un report sui minori stranieri non accompagnati (msna) in Italia. Al 31 dicembre quelli presenti e censiti risultavano 6.054, quasi il 95% maschi, di cui 5.740 di età compresa tra i 15 e 17 anni, oltre a 270 bambini tra 7 e 14 anni e 44 sotto i 6 anni. Sono numeri solo indicativi, che variano continuamente, frutto di attività di monitoraggio sul territorio, passibili quindi di stime in difetto.
Paesi di maggiore provenienza: Albania, Egitto, Pakistan
Riguardo la provenienza, in cima alla lista dei 35 Paesi con maggiori presenze è l’Albania con 1.676 minori, seguita da Egitto 531 e Pakistan 501 e poi molti altri Stati africani (Costa d’Avorio, Tunisia, Gambia, Senegal, Guinea, Mali, Nigeria, Marocco, Somalia, Eritrea, Ghana, Sudan, Camerun, Sierra Leone, Guinea Bissau, Burkina Faso, Etiopia, Benin, Repubblica democratica del Congo, Ciad, Algeria, Guinea equatoriale) ma anche asiatici (Bangladesh, Afghanistan, Iraq, India, Siria) ed europei (Kosovo, Ucraina e Moldova), oltre che Turchia e Perù.
Cinquemila risultano irreperibili
Il report ministeriale registra anche i minori arrivati da soli in territorio italiano, che si sono poi resi irreperibili alle autorità: a fine 2019 questi erano 5.383, scomparsi nel nulla nel corso degli anni.
Ma qual è l’iter di questi giovanissimi migranti, una volta che vengono registrati dalla autorità competenti e quale sorte può essere toccata a quelli svaniti nel nulla? Raffaella Milano, direttrice del programma Italia-Europa dell’organizzazione umanitaria Save the Children, lancia un appello perché sia attivata una rete europea di protezione per tutti questi minori.
R. - I minori non accompagnati, che sono registrati ufficialmente nel nostro Paese, hanno la possibilità per la legge italiana di essere accolti e di essere accompagnati fino alla maggiore età. Una delle preoccupazioni che noi come Save the Children abbiamo e che abbiamo espresso anche alle istituzioni è di fare in modo che però anche al passaggio alla maggiore età questo investimento, anche di educazione a scuola e d’inserimento professionale che si è fatto, non venga perso e che quindi le procedure per consentire ad un neomaggiorenne di rimanere legalmente in Italia siano procedure effettive, efficaci perché sono dei percorsi di crescita che vanno custoditi. La legge Zampa che riguarda i minori stranieri non accompagnati ha previsto una figura, quella del tutore volontario, cioè un adulto di riferimento, che accompagna il minore nella sua crescita. E c'è da registrare positivamente, che più di 3 mila persone in Italia si sono formate per essere tutori volontari, quindi diventare quell’adulto di riferimento che possa accompagnare un ragazzo, un adolescente, una ragazza nelle proprie scelte e nel costruire il proprio futuro. Si tratta infatti di minori che dobbiamo in qualche modo accompagnare a ricostruire le dimensioni di un futuro in un Paese che non hanno scelto, dopo esperienze spesso drammatiche come quelle di cui abbiamo avuto testimonianza anche nel recente sbarco dalla Ocean Viking e che però possono essere per il nostro Paese davvero una risorsa e non un problema.
C’è un aspetto ancora più inquietante: sappiamo che ci sono migliaia di minori che entrano- come dire - in zone d’ombra e spariscono per sempre dai radar.
R. – E’ assolutamente vero ed è una delle preoccupazioni principali che dobbiamo avere, perché c’è un numero, che ogni anno è di diverse migliaia di minori cosiddetti irreperibili, che si allontanano dal circuito di accoglienza. In molti casi succede perché non esiste ancora un meccanismo europeo di ricollocamento di questi ragazzi, che arrivano in Italia solo come una tappa del loro viaggio. Noi come Save the Children siamo presenti anche alla frontiera nord, a Ventimiglia, e vediamo ogni giorno purtroppo come ragazzi e ragazze - che già hanno fatto un viaggio terribile nelle mani dei trafficanti - siano costretti a riprendere il loro viaggio in condizioni non protette per ricongiungersi con i familiari e raggiungere le loro comunità in altri Paesi europei. Come Save the Children chiediamo e continuiamo a chiedere con forza che l'Europa tutta attivi un meccanismo di relocation, così si chiama tecnicamente, che consenta ai minori di non doversi rendere irreperibili per continuare poi illegalmente il viaggio, con tutti i rischi che questo significa per un adolescente, ma abbiano la possibilità di farlo in modo sicuro, sapendo che chi arriva in Italia arriva in Europa, non arriva solo in Italia. Accanto a questo c'è poi il fenomeno delle minorenni e dei minorenni che spariscono perché vittime di tratta, vittime di sfruttamento sessuale, di sfruttamento lavorativo. Anche qui purtroppo sappiamo che gli adolescenti sono i più vulnerabili. Hanno talvolta contratto dei debiti di viaggio, devono mandare dei soldi in patria, spesso sono anche ricattati e ricattabili e questo li porta a diventare facili prede di sfruttamento. Anche su questo è necessario fare di più: fare di più per garantire a tutti i minori che toccano terra in Italia, in Europa, la possibilità, il diritto di essere effettivamente protetti.
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