Sud Sudan: pace fragile e inondazioni, più di 5 milioni di affamati da aiutare
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Questo febbraio 2020 potrebbe essere il mese nel quale il Sud Sudan vedrà la nascita di un governo di transizione di unità nazionale, dopo anni di guerra civile e una fragile pace firmata nel settembre 2018. Ma, ad oggi, la sicurezza nel Paese africano, indipendente dal 2011 dal Sudan e in guerra dal 2013, con quasi 400 mila vittime civili, non è garantita, e alcune aree sono ancora teatro di disordini e violazioni dei diritti umani.
Ancora disordini e inondazioni: situazione umanitaria critica
Purtroppo nuove inondazioni hanno peggiorato una situazione umanitaria già critica, anche se in alcune zone i profughi stanno rientrando a casa per ricominciare a coltivare la loro terra e ricostruire le comunità. In Sud Sudan ci sono però ancora decine di migliaia di rifugiati interni, in alloggi di fortuna e circa due milioni sono i profughi nei Paesi vicini.
Mancano più di 500mila tonnellate di cereali
In questa situazione il Programma alimentare mondiale, l’agenzia dell'Onu che in 80 Paesi assiste chi è colpito da conflitti e disastri naturali, stima che il Sud Sudan abbia prodotto, nel 2019, solo 745mila tonnellate di cereali, quando il suo fabbisogno annuo è di 1,3 milioni di tonnellate. Per questo, lo scorso anno, il Pam ha aumentato la sua assistenza alimentare nel Paese, fino a raggiungere 5 milioni di persone con un sostegno salvavita. Nel 2020, con un aiuto sufficiente da parte dei donatori, prevede di assistere 5,4 milioni di persone, ma entro luglio devono arrivare almeno 331 milioni di dollari.
Su 7 milioni di abitanti, problemi alimentari per 5,5 milioni
Nelle province colpite dalle inondazioni, più di 3 milioni di persone avevano bisogno di assistenza anche prima delle nuove piogge, su oltre 7 milioni di abitanti in tutto il Paese. Più del 60 per cento delle province colpite dalle inondazioni hanno oggi livelli estremi di malnutrizione acuta. E senza una vera pace, la situazione umanitaria rischia di peggiorare drasticamente.
Appello del Pam per una pace duratura
Per questo, nel comunicato che accompagna il video dal quale abbiamo tratto le immagini di questo servizio, il Programma alimentare mondiale “rinnova il suo appello per una pace duratura ed esorta le parti del processo di pace rivitalizzato a mantenere la pace. Se la pace regge, il Sud Sudan ha una possibilità realistica di riunire le comunità, di porre fine ad anni di isolamento e di disuguaglianza e di eliminare la fame”.
Deborah e i suoi 5 figli, in fuga nella palude di Al Sudd
La protagonista del video è Deborah Nyakueth, madre di 28 anni, fuggita con i suoi 5 figli durante i combattimenti a Leer. Per un mese si sono nascosti nella palude di Al Sudd, la più grande del mondo, quasi come la Spagna. Hanno rischiato l'attacco di coccodrilli e ippopotami, sopravvivendo sulle ninfee, prima di trovare rifugio sulla piccola isola di Nyal. "Ciò che ci colpisce di più è la fame” racconta Deborah. “Noi madri soffriamo nel vedere i nostri figli affamati piangere. Quando c'è la distribuzione di cibo abbiamo cibo per i bambini e quando i bambini sorridono perché hanno mangiato siamo felici".
Un aereo pieno di cibo: sfamerà per un mese 3mila persone
Un enorme aereo del Pam viene caricato con 34 tonnellate di cibo, sufficienti a sfamare 3000 persone per un mese. I lanci di sacchi di cereali da questi aerei permettono di raggiungere luoghi isolati come Nyal. Intanto nella capitale Juba, nell’ospedale “Al Sabah”, alcuni bambini gravemente malnutriti vengono sottoposti a test e curati.
Hollingworth (Pam): senza fondi, non potremo aiutare tutti
Matthew Hollingworth, direttore nazionale del Pam in Sud Sudan, spiega che "dobbiamo sostenere 5,5 milioni e mezzo di persone nel Paese, con la nostra assistenza alimentare. Ma, se non riusciamo ad ottenere le risorse necessarie per raggiungere tante persone, dovremo fare delle scelte davvero difficili. Dovremo concentrarci sull'aiutare solo le persone con un livello di insicurezza alimentare più alto, per sconfiggere la fame e per fermare la carestia. Ma questo significa anche che alcune persone non potranno essere aiutate".
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