Sud Sudan: presto un governo di unità nazionale. Plaude Sant'Egidio
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
Dopo sei anni di guerra civile, il Sud Sudan, il più giovane Stato africano, potrebbe trovare la pace. Già dopodomani i due nemici di sempre, il presidente Salva Kiir e il leader dell’opposizione Riek Machar, potrebbero dar vita ad un governo di unità nazionale. Sono stati gli stessi leader ad annunciare la notizia. “Nominerò presto i vicepresidenti e tra essi Riek Machar”, ha detto il capo dello Stato a commento dell’intesa raggiunta. “Stiamo ancora affrontando alcune questioni, ma spero che risolveremo tutto", ha replicato Machar. La comunità internazionale, che segue da vicino le sorti del Sud Sudan, sin dal 2011, quando con un referendum venne sancita la nascita del Paese e la separazione dal Sudan, plaude all’accordo, ma non senza perplessità e timori che possa tutto naufragare. Nell’aprile 2019 il Papa aveva ricevuto in Vaticano Salva Kiir e Riech Machar: un incontro, al termine del quale era stata manifestata la comune volontà di procedere verso la conciliazione. Francesco aveva manifestato anche la volontà di recarsi presto in Sud Sudan con il primate della Chiesa anglicana, Justin Welby, e il reverendo della Chiesa presbiteriana di Scozia, John Chalmers.
La Comunità di Sant’Egidio plaude alla formazione di un nuovo governo che era lungamente attesa. "Si crea finalmente uno spazio comune per il futuro del Paese al di fuori dello scontro armato. Stiamo lavorando con tutti i gruppi armati che finora sono rimasti fuori dal processo di pace perché diventino invece parte integrante e possano iniziare a dialogare con il governo. Spiega al microfono di Hélène Destombes, il responsabile delle relazioni internazionali di Sant’Egidio Mauro Garofalo
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