Coronavirus, l'Unitalsi accanto agli ammalati: "Tu per me sei importante"
Andrea De Angelis – Città del Vaticano
Li abbiamo imparati a conoscere attraverso il servizio reso sempre con il sorriso. Barellieri, volontari, animatori di ogni età. Donne ed uomini desiderosi di donare parte del proprio tempo a chi è meno fortunato di loro, accompagnandoli in pellegrinaggio, vivendo attimi di gioia, frammenti di umanità. L'Unitalsi, acronimo di Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali, mostra il suo volto a chi ne ha bisogno anche ora che i pellegrinaggi sono sospesi. A chiudere, tra gli altri, è stato anche il santuario di Lourdes. Eppure il servizio può essere svolto in altro modo, perché è nei momenti di maggiore difficoltà che il sollievo arriva anche dalle piccole cose.
Il rapporto non cambia
“Il nostro rapporto con queste persone è basato sulla confidenza, da sempre e per sempre”. Lo afferma nell'intervista a VaticanNews il presidente di Unitalsi, Antonio Diella. “Sia attraverso le classiche chiamate o videotelefonate, sia andando a trovarli, noi stiamo facendo insieme a loro un cammino. Non si tratta – spiega – di ottemperare solo ad un servizio, ma di trascorrere assieme del tempo. Di dire a queste persone che per noi sono importanti”. Oggi come nel recente passato.
“Facciamo tante piccole, grandi cose”
“Dobbiamo continuare a fare sentire a queste persone, da molto tempo a contatto con la fragilità, la loro importanza per il resto del mondo. Per tante di loro - spiega Diella - il resto del mondo non è una esperienza astratta, ma consiste nei volti. Il resto del mondo sono i rapporti”. In concreto come si riesce a rispondere a questo bisogno? “Facendo - risponde - tante piccole, grandi cose. La spesa, una telefonata, andando in farmacia. Dicendosi le cose, ascoltandosi a vicenda. Questo sta accadendo adesso, ad ogni ora”.
Dobbiamo avere tutti cura degli altri
La pandemia mostra la fragilità dell'essere umano a tutti e ciascuno, anche a coloro i quali non l'avevano forse mai sperimentata. “Siamo tutti fragili, prima era una condizione dettata dalla situazione personale, adesso è condivisa ed avviene - afferma il presidente di Unitalsi - al di fuori di noi, facendoci comprendere che quel senso di onnipotenza che spesso abbiamo avuto era sbagliato”. “Tutte le indicazioni di sicurezza che ci sono state date - aggiunge - sono sì personali, ma riguardano il rapporto con gli altri, la cura del prossimo. Anche di chi non conosciamo”. La fragilità va affrontata insieme, perché riguarda tutti. “Stiamo imparando - dice ancora Diella - che i rapporti sono fatti di carne e sangue, se oggi la vicinanza ci manca vuol dire che è importante”.
L'importanza della preghiera
In un momento di emergenza qual è quello della pandemia di Covid-19, anche l'Unitalsi invita tutti ad unirsi alla preghiera promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana per giovedì 19 marzo, alle ore 21. Le famiglie, gli ammalati, i volontari sono invitati a recitare il Rosario simbolicamente uniti alla stessa ora, esponendo anche una fiaccola alle finestre delle case. “La preghiera in questo momento è diventato il collante di speranza che ci tiene tutti insieme, come associazione e come popolo di Dio. Attraverso la preghiera - afferma Diella - riscopriamo la compagnia vera, sia quella tra di noi che la compagnia con il Signore della Vita.
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