Erdogan blocca le partenze dei migranti per la Grecia
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Ufficialmente il blocco imposto dai turchi alle traversate in mare dei migranti risponde a ragioni umanitarie: sarebbero troppo “pericolose”, come annunciato da un comunicato della Guardia costiera turca. Ora si aspetta di capire anche le ragioni che lunedì prossimo porteranno il presidente turco Erdogan a Bruxelles, una visita non ancora confermata dai vertici dell’Ue, ma da molti considerata come il tentativo di trovare una soluzione alla crisi migratoria che attualmente si vive alla frontiera greco-turca, dove proseguono le tensioni e dove premono migliaia di profughi.
A Lesbo si è vissuta una paura sconosciuta all'isola
Il clima resto teso anche sull’isola di Lesbo, teatro nei giorni di scontri tra migranti e abitanti, appoggiati da gruppi di estrema destra. A documentare la situazione a Lesbo è il giornalista Cosimo Caridi, negli ultimi giorni presente sull’isola, che racconta di un’escalation di violenza e di “una paura” mai vissute a Lesbo. “E’ come se il governo avesse lasciato il campo libero alle forze che si trovavano sull’isola”, afferma Caridi, che sottolinea l’assurdità di costruire un campo come quello di Moria, “senza condizioni di vita sufficienti per starci”. La relativa tranquillità che si vive da un paio di giorni a Lesbo potrebbe essere dovuta alla partenza di alcuni degli attivisti di estrema destra, nei giorni scorsi presenti sull’isola. Medici senza frontiere ha ora riaperto la clinica, dopo 5 giorni di chiusura, dando così un segnale di incoraggiamento alle altre Ong, ma lanciando anche un messaggio a sostegno dei migranti.
Grave sospendere le richieste di asilo politico
“Le condizioni del campo di Moria sono drammatiche, mancano le basilari condizioni igieniche, non c’è elettricità, non c’è raccolta di immondizia, in un luogo dove sono ammassate ventimila persone”, prosegue Caridi, che racconta anche di tutte le persone arrivate negli ultimi giorni. Dal primo marzo, inoltre, il premier greco Mitsokatis ha bloccato la possibilità di richiedere asilo politico per un mese, sospendendo di fatto la Convenzione di Ginevra. Queste persone ora non possono richiederlo, non vengono registrate dalle agenzie delle Nazioni Unite e vengono lasciate in spiaggia, o per strada, in attesa di essere trasferite, con una nave militare, forse in un campo predetentivo nel nord della Grecia, vicino Salonicco. “E’ questa la cosa più grave in atto ora a Lesbo – conclude Caridi – per la prima volta l’Europa non dà la possibilità di richiedere l’asilo alle persone che attraversano il mare in arrivo dalla Siria, dall’Iraq e dall’Afghanistan”.
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