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Coronavirus. Gen Rosso in streaming: #distantimauniti

Chiusi in casa a causa della pandemia, i componenti della band internazionale, che ha sede a Loppiano (FI), continuano a stare vicini alle migliaia di persone incontrate durante la loro attività, lanciando mini concerti in streaming seguiti in ogni parte del mondo. La nostra intervista al direttore artistico, Emanuele Chirco

Adriana Masotti - Città del Vaticano

"Siamo in tempo di coronavirus. Il Gen Rosso vuole condividere con voi questo momento doloroso per l’umanità e raggiungervi nelle vostre case, in qualunque parte del mondo, per cantare assieme e risollevarci lo spirito, certi che ‘tutto andrà bene’!”. Sono le parole con cui il Gruppo musicale e artistico internazionale, che ha radici nel Movimento dei Focolari, ha introdotto mercoledì scorso il suo mini concerto in live streaming, alle 16.00 in Italia. Quindici minuti circa di canzoni, ma non solo, di affetto e di vicinanza con tutti, in un momento in cui il sostegno reciproco è fondamentale.

Gen Rosso: testimoniare una vicinanza

L’iniziativa risponde al desiderio del Gen Rosso di essere a fianco di chi soffre, a chi dà la vita per salvare le vite degli altri, accanto a tutte le persone che negli anni ha incontrato con i concerti e gli workshop in Italia e nel mondo. Nasce dalla volontà di continuare a donare qualcosa di bello, anche in una situazione di isolamento vissuto come tutti.

Distanti ma uniti

Uno scenario certamente diverso da quello usuale per i suoi componenti, abituati a piazze, teatri, palasport gremiti di persone l’una accanto all’altra. Emanuele Chirco, direttore artistico della band, compositore e pianista, racconta ai microfoni di Vatican News l’esperienza che lui e i suoi colleghi stanno vivendo:

Ascolta l’intervista a Emanuele Chirco

R. - E’ vero, l'anno scorso non avremmo immaginato minimamente quello che stiamo vivendo oggi. Ma noi lo viviamo con fiducia e con speranza. Chiaramente non continuiamo le nostre attività, abbiamo sospeso i nostri concerti in programma non solo in Italia, in giugno avremmo dovuto fare anche alcune tournée in Asia, sicuramente saremmo ritornati in Myanmar e Singapore. Noi viviamo tutti a Loppiano, la Cittadella del Movimento dei Focolari, ma in case diverse, alcuni di noi però hanno la fortuna di vivere insieme, per cui stiamo facendo l’esperienza di stare tutti qui, ma separati. Ma rimaniamo in contatto ogni giorno…

Abbiamo visto in questi giorni diversi artisti rivolgere appelli alle persone perché stiano a casa, ma inviare anche messaggi di incoraggiamento. La musica poi è diventata spesso motivo di incontro, di legame, magari da balcone a balcone…

R. – Sì, ho visto diversi video sui social, e alcuni mi hanno veramente toccato, perché è chiaro che stiamo vivendo tutti un’esperienza veramente unica che non avremmo mai immaginato. Io penso però che se fisicamente siamo distanti, con il cuore sento che c'è una rinascita, si sta riscoprendo quanto è importante e quanto ci manca il poter stare insieme. E in questo la musica ci tiene uniti e molti in questi giorni hanno chiesto anche a noi di farci vivi in qualche modo, di poter offrire una canzone, una musica e allora abbiamo pensato a come fare.

E avete ideato una formula per raggiungere migliaia di persone via streaming, con le vostre canzoni ma non solo. E l'avete intitolata “Gen Rosso a casa tua”.

R.- Intanto ci sono arrivati tanti messaggi da tutto il mondo. Non avremmo mai immaginato tanta voglia di sentirci e di poter ascoltare le nostre canzoni. Mai come in questo momento l’abbiamo sperimentato . E allora abbiamo cercato di organizzare qualcosa in maniera molto semplice e abbiamo preparato due streaming, uno mercoledì e l’altro la scorsa settimana e veramente sono arrivate migliaia e migliaia di persone. Addirittura prima dell’inizio del collegamento circa 1500 persone erano già collegate e ci aspettavano. E’ stata una gioia grandissima

Il Gen Rosso è una costellazione, una grande famiglia, ha detto durante il collegamento, Michele, una delle voci del Gruppo. E ha elencato tutti i Paesi da cui le persone si erano collegate, veramente in tutti i continenti. Ma qual è il messaggio che voi volete far passare in questo momento?

R. - Il nostro messaggio è soprattutto di una vicinanza, il Gen Rosso da sempre con le sue canzoni è vicino alla gente, alla gente che soffre, a chi gioisce, a tutte le generazioni che in questi 53 anni di attività il Gruppo ha avuto la gioia di incontrare. Anche in questo momento noi vogliamo dire che ci siamo anche così, con una chitarra e un canto noi siamo con voi e viviamo insieme questo momento. Dobbiamo fidarci, è questo che vogliamo dire, dobbiamo fidarci e dobbiamo osservare le regole. Poi possiamo riscoprire anche nel nostro piccolo, piccolissimo adesso, con le possibilità limitate a cui siamo tutti costretti rispetto alle nostre abitudini, come possiamo amare, come prenderci cura degli altri. Improvvisamente abbiamo anche del tempo in più che possiamo dedicare ad una telefonata che non facciamo da tanto, per dare sempre un messaggio di speranza. Noi ci siamo sempre affidati a Dio, ci fidiamo di Dio e vediamo che abbiamo più tempo anche per ascoltare la Sua voce e nello stesso tempo per parlarci fra noi.

Il motivo profondo per cui voi vivete e fate musica è il mondo unito, la fratellanza universale. Vi rivolgete a tutti, ma in particolare ai credenti voi parlate anche di un Dio in croce…

R. – E sì, noi ricordiamo sempre, con attenzione, che il nostro Dio non è un Dio vincente, ma è un Dio perdente, un Dio che muore sulla croce, un Dio che si abbandona e che nel suo abbandonarsi scopre anche la sofferenza, scopre il sentirsi solo, scopre l’abbandono da parte di Dio stesso. Quando noi soffriamo, quando siamo vulnerabili, fragili, quando ci sentiamo abbandonati proprio come in questo momento di grande paura e anche di panico nei riguardi del futuro, allora in quel momento veramente siamo più simili a Gesù, più vicini a Gesù, assomigliamo di più a Gesù abbandonato. Gesù abbandonato che poi risorge però, perchè l’abbandono non è reale, è interiore, un abbandono che lascia spazio poi assolutamente alla resurrezione.

Una parola per concludere, rivolta proprio a quelli che ti stanno ascoltando…

R. - Il nostro hashtag è #distantimauniti. E’vero siamo distanti, distanti apparentemente molto più di prima, ma abbiamo l’opportunità di scoprire delle vicinanze inaspettate. Il Gen Rosso da 53 anni è vicino alle persone, continueremo a farlo ancora di più in questi tempi. Noi vorremmo dire: fidiamoci, ma scopriamo spazi nuovi per continuare ad amare chi ci sta vicino. E poi, come abbiamo fatto nell’ultimo streaming, abbiamo dedicato una canzone che si intitola “Perché ti amo” a tutte quelle persone che non ce l’hanno fatta e che sono salite in cielo, e ai loro familiari. Rimaniamo vicini: è questo quello che oggi mi sento di dire.

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27 marzo 2020, 13:04