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Seggio elettorale in Mali. Votanti e scrutatori hanno cercato di rispettare le norme di sicurezza per evitare contagi da Coronavirus Seggio elettorale in Mali. Votanti e scrutatori hanno cercato di rispettare le norme di sicurezza per evitare contagi da Coronavirus 

Mali: crollo dell’affluenza alle elezioni politiche

Il rischio sanitario per il Covid-19 e l’insicurezza portano i maliani a disertare il primo turno delle elezioni per il rinnovo del parlamento. Ancora sotto sequestro il capo dell’opposizione Cissè, rapito venerdì

Marco Guerra – Città del Vaticano

La paura per il Coronavirus e le minacce jihadiste alla sicurezza hanno fatto crollare l’affluenza al primo turno delle elezioni politiche che si sono tenute domenica in Mali. Non sono disponibili dati ufficiali sulla partecipazione al voto ma secondo gli Osservatori di un gruppo di associazioni della società civile, a metà giornata si era recato alle urne appena il 7,5% degli aventi diritto. I primi risultati sono attesi tra diversi giorni e domenica 19 aprile è in programma il secondo turno.

Nelle mani dei rapitori il leader dell’opposizione

Le elezioni per il rinnovo del Parlamento sono state rinviate più volte in questi ultimi due anni e si sono svolte in un clima di incertezza dovuto sia ad una campagna elettorale rallentata dalle misure sanitarie per il coronavirus sia per il rapimento, avvenuto venerdì, del leader dell’opposizione Soumalia Cissè, già tre volte candidato alla presidenza, che probabilmente è nelle mani dei gruppi jihadisti affiliati ad al Qaeda che imperversano nel Paese dal 2012. Nelle aree più colpite dalla violenza integralista i seggi elettorali sono praticamente rimasti deserti.

Elezioni tappa fondamentale dell’accordo pace

L'Assemblea attuale è si è formata dopo le elezioni del 2013 e il suo mandato è scaduto dal 2018, il suo rinnovo è considerato un passo fondamentale per far avanzare l’accordo di pace siglato ad Algeri nel 2015 tra le autorità e i gruppi armati indipendentisti, fra cui compiono i Tuareg ma non le milizie jihadiste. L’intesa prevede un maggiore decentramento dei poteri mediante una riforma costituzionale. Alcuni oppositori ritengono che la riforma non possa essere adottata dall'attuale Assemblea perché è considerata da molti "legale” ma non più legittima.

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30 marzo 2020, 09:53