"Per i dimenticati di Idlib", a San Pietro per la pace in Siria
Alessandro Guarasci - Città del Vaticano
“Per i dimenticati di Idlib” è l’iniziativa di una trentina di associazioni d’ispirazione cattolica e laiche che questa mattina hanno esposto a San Pietro uno striscione per ricordare il dramma della guerra in Siria. Da dicembre oltre 961mila persone hanno dovuto lasciare Idlib e Aleppo per salvarsi la vita. L’Unhcr afferma che “la crisi umanitaria sta assumendo contorni sempre più drammatici e costringendo un numero elevatissimo di persone alla fuga”.
Il silenzio dei media e della politica
Le associazioni aderenti nel loro appello - che il Papa all'Angelus ha fatto conoscere al mondo - hanno scritto che “non possiamo dire che stiamo assistendo alla tragedia del popolo siriano. Semplicemente perché non se ne trova quasi traccia nei nostri media e la nostra politica, anche quella parte che non è legittimamente impegnata a gestire l’epidemia di coronavirus, ha deciso di non occuparsene. E dobbiamo constatare, purtroppo, che non è una cecità solo italiana. Nel resto d’Europa filtra su quotidiani e siti d’informazione qualche notizia in più, qualche corrispondenza dai luoghi in cui si consuma l’annientamento umano e sociale del popolo siriano, qualche reportage dai campi profughi. Ma l’effetto presso i governanti dei nostri vicini è solo ribadire la chiusura dei confini ‘europei’”.
Serve compassione nel senso più alto
I partecipanti ricordano che la voce di Papa Francesco è “l’unico richiamo a resuscitare in noi l’umanità, a guardare negli occhi le donne, gli uomini, i bambini di Idlib e di tutta la Siria come guardiamo negli occhi i nostri familiari più cari. Chiedere giustizia e protezione per loro significa chiedere giustizia, solidarietà e protezione per noi stessi; l’avanzare del contagio da coronavirus deve accrescere la nostra capacità di provare ‘compassione’ nel senso più alto per le sorelle e i fratelli siriani”.
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