Slovacchia, vittoria dell’opposizione alle parlamentari. Il Paese cambia
Elvira Ragosta – Città del Vaticano
Un segno di rottura con il passato e un forte impegno contro la corruzione nel Paese. Così si presenta il movimento vincitore alle elezioni di sabato scorso in Slovacchia. Con 53 seggi su 150, Olano si attesta al primo posto e il suo leader, il 46enne Igor Matovic, si coalizzerà probabilmente con uno dei partiti di opposizione per garantirsi la maggioranza assoluta del Parlamento. Per la prima volta dal 2006 esce sconfitto dalle urne il partito Smer, i socialdemocratici dell'ex premier Robert Fico, finora il più forte partito governativo; con il 18%, andrà all'opposizione, dove promette di diventare "un partito nettamente di sinistra". Crolla anche l’estrema destra: il Partito popolare Slovacchia nostra, che nei sondaggi di gennaio figurava al secondo posto, si è attestato all'8%.
L’analisi del voto e storia del Paese
Per Leonardo Benedetti di East Journal, questo risultato è un segnale molto importante di svolta politica. “Un partito che solo l’anno scorso aveva il 5% dei voti ha stravinto. I cittadini hanno cercato un cambiamento dal sistema che aveva governato negli ultimi anni e lo hanno cercato nel Partito della gente comune e in un leader con cui potessero identificarsi più facilmente”. Sul processo politico e sociale che ha portato alla vittoria del partito di Matovic, vanno ricordati due avvenimenti: l’uccisione nel 2018 del giornalista Juan Kuciak e della sua fidanzata e l’elezione, lo scorso anno, della liberale e filo europeista Suzana Caputova alla presidenza. Quello uscito dalle urne “è stato un risultato a sorpresa – continua Benedetti – ma non casuale. L’assassinio di Kuciak ha scatenato numerose proteste di piazza e messo in luce un sistema politico estremamente corrotto in Slovacchia. Da quel momento i cittadini hanno sempre cercato un cambiamento, prima nelle piazze e poi nelle urne. L’anno scorso Suzana Caputova ha vinto le presidenziali con un programma fortemente improntato contro il vecchio sistema politico. Quel voto di protesta e quella voglia di cambiamento hanno dato vita a questo risultato”.
Politica estera e migranti
Membro dell’Unione europea dal 2004, la Slovacchia fa parte del Gruppo di Visegrad. Circa la futura politica estera, Benedetti aggiunge: “Olano è un partito che si può definire europeista. Non verrà messa in discussione la sua posizione all’interno del gruppo di Visegrad, di cui la Slovacchia è il più piccolo Paese. Con questo nuovo partito, la Slovacchia assumerà una posizione pacificatrice rispetto a quelli che sono spesso i problemi tra Bruxelles e gli altri Paesi Visegrad. Non per questo vedremo un cambiamento nella politica migratoria: la Slovacchia è un paese che si è opposto alla quota di redistribuzione dei migranti”.
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