Africa: oltre mille i morti per Covid-19. Raddoppiati i contagi in una settimana
Michele Raviart – Città del Vaticano
Sono ormai oltre mille le persone morte per coronavirus nel continente africano e circa ventimila i contagiati, in 52 Paesi su 54. Oltre 50% in più i casi confermati nell’ultima settimana, mentre il numero dei decessi è aumentato del 60%. Per l’Uneca, la Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’Africa rischiano tuttavia di morire tra le 300 mila e i 3,3 milioni di persone a causa della malattia, se non verranno adottati strumenti utili a mettere fine alla sua diffusione.
I rischi nelle città
Sebbene il numero dei ricoveri sia relativamente ancora basso il rischio è aggravato dal fatto che, stima ancora l’Uneca, il 56% della popolazione urbana vive senza servizi di base e si stima che solo il 34% di queste persone abbia la possibilità di lavarsi le mani regolarmente. Inoltre oltre il 70% della forza lavora in nero e all’aperto per cui non può lavorare da casa.
Le difficoltà di diagnosi
“È evidente che c’è una difficoltà ad operare una seria diagnosi”, spiega padre Giulio Albanese, direttore delle riviste missionarie della Cei. In un continente in cui sono già presenti malattie molto gravi come malaria, Aids e tubercolosi e spesso può risultare difficile distinguere il coronavirus. “Un’altra spiegazione che viene data”, ricorda, “è quella dell’età. Nell’Africa subsahariana oltre il 60% della popolazione ha meno di 25 anni”.
Un milione di tamponi dall'Oms
Decisiva per rallentare il contagio è la diffusione dei kit per effettuare i test per il Covid-19, con l’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha affermato che dalla prossima settimana ne saranno distribuiti un milione. “Con il sostegno dell’Oms”, ha affermato il direttore generale Tedros Ghebreyesus, “molti Paesi possono fare test per il covid-19, ma ci sono ancora lacune significative che dobbiamo colmare”, ed “è verosimile che il numero dei contagiati sia più alto”.
Mancano 44 miliardi di dollari in aiuti
Dal punto di vista economico il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale hanno quantificato in 114 miliardi di dollari la quantità di denaro da stanziare per fornire i servizi sanitari necessari, aiutare le persone povere e vulnerabili e sostenere l’economia, in quella che le istituzioni finanziarie prevedono possa essere la peggiore crisi economica dal 1930. Ai fondi raccolti da creditori ufficiali, privati, Fmi e Banca mondiale mancano però 44 miliardi di dollari.
Spalmare il debito non basta
“L'economia sta penalizzando fortemente il Pil dell'Africa, perché sono state chiuse le frontiere e non ci sono più esportazioni”, afferma padre Giulio Albanese. “Per quanto riguarda il petrolio poi il prezzo è crollato. C'è stato questo gesto di buona volontà da parte del G20 di sospendere il pagamento del debito per un anno, che significa spalmare il debito sulle future generazioni e questo in una maniera o nell'altra rischia di condizionare gravemente il futuro del continente”.
L'Unhcr intensifica gli sforzi in Africa Occidentale
Intanto, sul piano umanitario l’Unhcr, l’Agenzia della Nazioni Unite per i rifugiati ha potenziato i suoi sforzi nell’Africa occidentale, dove la pandemia si è aggiunta ai conflitti armati in Mali, Niger e Burkina Faso-
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