Covid-19: l’Europa il continente più colpito. Giappone verso lo stato d’emergenza
Michele Raviart – Città del Vaticano
Sono oltre un milione e duecentomila i casi ufficiali di coronavirus nel mondo, secondo i dati forniti dalla John Hopkins University. Con 50 mila morti finora su un totale mondiale di 70 mila, è l’Europa il continente più colpito dalla pandemia.
Elisabetta II: lotteremo e torneremo insieme
Nel Regno Unito, dove ieri contagi sono aumentati di 6 unità e sono morte 600 persone la regina Elisabetta ha invitato la popolazione a unirsi nella lotta contro il virus. Sarà una battaglia da combattere restando a casa, dura, “penosa”, che cambierà le nostre vite, ma nella quale alla fine “prevarremo” e “torneremo insieme”, ha detto la regina nel suo storico discorso alla nazione, solamente il quarto in 68 anni di regno al di fuori delle occasioni tradizionali. “Sto bene e continuo a lavorare”, ha scritto su Twitter il premier Boris Johnson, positivo e ricoverato in un ospedale di Londra per gli esami.
Test sierologici in Italia
Calano invece per il quarto giorno consecutivo i decessi in Spagna, Francia e Italia, dove comincia a ridursi anche il numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva. Dati che se confermati, ha affermato il presidente dell’istituto superiore della sanità Silvio Brusaferro, potranno portare a una “fase due” nella gestione dei contagi. Si sta poi decidendo in queste ore i parametri su cui effettuare i test sierologici su base nazionale, per avere un quadro più preciso della diffusione del virus.
Trump: atteso nei prossimi giorni il picco negli Usa
Negli Stati Uniti, che rimane il Paese al mondo con il più alto numero di casi e dove ieri sono morte 1200 persone, il presidente Trump prevede il picco dei contagi nei prossimi giorni e annuncia oltre 1 milione e mezzo di tamponi. “Vedo la luce in fondo al tunnel”, scrive su Twitter.
La situazione in Asia
In Giappone, dove i casi hanno superato il migliaio di persone il premier Shinzo Abe ha proposto lo stato di emergenza fino al 6 maggio, con scuole chiuse e inviti a restare a casa a Tokyo e nelle altre maggiori città. In Cina intanto, a Wuhan, oltre il 90% dellla produzione industriale e delle società di servizi è tornata al lavoro.
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