Covid-19: l’Ue alla ricerca di una strategia condivisa per affrontare la ripresa economica
Michele Raviart – Città del Vaticano
Angela Merkel si è detta favorevole ad una “comune reazione europea” nell’affrontare le conseguenze economiche della pandemia. Tramite il suo portavoce ha ribadito come siano in discussione numerose misure possibili per affrontare la crisi e come, in questo senso, sarà decisivo il Consiglio europeo di giovedì prossimo. Sul tavolo il “Recovery Fund” voluto dalla Francia e possibile strumento per istituire i cosiddetti “eurobond”, promossi anche da Italia, Spagna e Portogallo.
Macron: "è il momento della verità"
“Serve un fondo comune o l’Unione Europea crollerà come progetto politico e vinceranno i populisti”, ha affermato in un’intervista al Financial Times il presidente francese Emmanuel Macron. Questo, ha aggiunto, “è il momento della verità” ed è necessario un fondo che “possa emettere debito comune con una garanzia comune”. L’economia è una “scienza morale” e non può esistere “un mercato unico in cui alcuni vengono sacrificati”.
Il Parlamento europeo approva il Mes
Il Parlamento europeo, intanto, ha approvato a larga maggioranza tanto il Meccanismo europeo di stabilità - nella versione uscita dall’eurogruppo della scorsa settimana e cioè senza condizionalità purchè l’importo sia utilizzato esclusivamente per le spese sanitarie – quanto la possibilità di usare il bilancio dell’Ue come garanzia dell’eventuale “Recovery Fund”.
Il bilancio europeo per finanziare la crisi
Proprio l’utilizzo del bilancio europeo pluriennale, ancora da approvare e da ridiscutere, sarebbe poi una delle possibilità più gradite dal Consiglio europeo e dalla Commissione per finanziare le economie degli Stati membri. “Sarà la guida della ripresa”, ha detto la presidente Von der Leyen: “ne useremo la potenza per far leva su investimenti massicci”.
Le scuse all'Italia
“È vero che molti erano assenti quando l’Italia ha avuto bisogno di aiuto all’inizio di questa pandemia”, ha poi affermato davanti alla plenaria del Parlamento europeo, presentando “scuse sentite” a nome dell’Ue. “C’è voluto molto tempo perché tutti capissero che dobbiamo proteggerci a vicenda”, ha ribadito.
L'occasione per "un passo in avanti"
“Penso che siamo in una situazione migliore rispetto a qualche mese fa, ma un compromesso si troverà”, ha spiegato a Vatican News Francesco Gui, docente di Storia europea all’Università la Sapienza di Roma. L’auspicio poi, è che questa comunità di intenti nel risolvere insieme, possa anche portare a una maggiore integrazione europea.
“Sono sicuro che un passo in avanti si farà”, afferma il professor Gui, anche se sarà una situazione molto complessa. “Una volta erano sei i Paesi dell’Unione Europea e si potevano gestire con l’attuale sistema istituzionale. 27 Paesi tra di loro molto diversi è invece tutta un’altra cosa”, spiega ancora. Il sistema di veti rende difficile prendere decisioni e “se si vorrà andare avanti è chiaro che bisogna modificare il sistema attuale che è troppo a metà strada tra un assetto di rapporti tra Stati formalmente sovrani e un assetto con caratteristiche federali”.
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