Covid19: non lasciamo i bambini in balia della crisi economica
Roberta Gisotti – Città del Vaticano
“Aiutaci a non lasciali soli” è l’accorato appello, rivolto dall’organizzazione umanitaria Save the Children, in difesa dell’infanzia del mondo minacciata dalle gravi conseguenze economiche e sociali della pandemia da Covid19, in veloce avanzamento anche nei Paesi più poveri, specie nell’Africa sub sahariana e nell’Asia Meridionale, dove una mancata e rapida azione di contrasto potrebbe portare a 3 milioni morti.
La minaccia più grave alla sicurezza globale
Da qui il lancio della più grande campagna di raccolta fondi nella storia centenaria di Save the children con l’obiettivo di raccogliere 100 milioni di dollari “per mettere al sicuro i bambini e le loro famiglie” da quella che l’organizzazione umanitaria ritiene “la minaccia più grave dei tempi moderni alla salute e alla sicurezza globale”.
Proteggere i bambini più vulnerabili
“Con i fondi raccolti rafforzeremo – informa una nota di Save the Children - i nostri programmi” per “proteggere i bambini più vulnerabili”, in ogni contesto, cosi pure i minori nei campi profughi e quelli migranti non accompagnati, sostenendo i sistemi sanitari nazionali, supportando le famiglie impoverite dalle misure di contenimento, garantendo il diritto allo studio. Si stima infatti che circa un miliardo e mezzo di studenti siano al momento fuori dalla scuola e che le possibilità di ritorno sui banchi diminuiscano all’aumentare dei giorni di chiusura, con il rischio - nelle aree più povere o degradate del mondo - di spingere i ragazzi al lavoro minorile e le ragazzine ai matrimoni precoci, oltre che di esporli ad altre forme di sfruttamento, violenze e abusi nelle mura domestiche, con possibilità ridotte per l’isolamento di chiedere aiuto all’esterno.
I minori fuori dalla scuola e in pericolo
Un quadro drammatico che preoccupa grandemente Save the children. “Molti minori rimarranno senza che nessuno si prenda cura di loro, fuori dalla scuola e in pericolo. Abbiamo solo poche settimane per agire rapidamente e propria dalla rapidità dell’azione – ammonisce l’organizzazione umanitaria – dipenderà quante vite si potranno salvare”.
Le ricadute ineguali e spietate della crisi economica
Estrema preoccupazione di fronte ad “una crisi economica globale senza precedenti” causata dalla pandemia da Covid19, esprime anche l’Unicef paventando che le ricadute per l’infanzia saranno distribuite “in modo ineguale e spietato”, ai danni dei Paesi a più basso reddito. Se i bambini sono stati finora risparmiati dalla pandemia subiranno però pesantemente “la distruzione economica lasciata sulla sua scia”, avverte la direttrice generale Henrietta Fore. “Più di 200 milioni di minori vivono in Paesi schiacciati dal debito pubblico o ad alto rischio di esserlo”. Debito che “lascia gli Stati in grosse difficoltà nel prevenire la trasmissione delle malattie”.
Appello dell’Onu a ridurre il debito dei Paesi in difficoltà
Da qui la richiesta da parte dell’Unicef di ridurre e ristrutturare il debito per gli Stati in difficoltà, come già proposto dai vertici della Banca Mondiale e del Fondo monetario internazionale. Lo stesso segretario generale dell’Onu, António Guterres, in una recente lettera al G20, definisce la ristrutturazione del debito una priorità, comprese le deroghe immediate al pagamento degli interessi per il 2020.
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