Covid-19: l’Ue stanzia 500 miliardi per superare la crisi economica
Michele Raviart – Città del Vaticano
L’Eurogruppo, la riunione dei ministri delle Finanze dell’area euro, ha trovato dopo una lunga maratona negoziale nei giorni scorsi a Bruxelles, un accordo sugli aiuti da stanziare per l’emergenza economica dovuta al coronavirus. Oltre 500 i miliardi pronti da subito attraverso vari strumenti finanziari.
240 miliardi dal fondo salva-stati
Il principale, e quello che ha fatto slittare di due giorni la conclusione del vertice, è il "Mes”, il Fondo salva-Stati istituito nel 2012 per affrontare la crisi greca. 240 miliardi di euro che saranno accessibili agli Stati senza condizioni, purché l’importo, che non potrà superare il 2% del Pil, sia utilizzato esclusivamente per spese sanitarie dirette o indirette per curare e prevenire la diffusione del Covid-19. Nessuna misura di austerità sarà quindi legata a questa linea di credito, come chiedevano Paesi come Italia, Francia e Spagna, che pure avrebbero preferito l’istituzione dei cosiddetti “Eurobond” per mutualizzare il debito.
Un'accordo di "solidarietà ridotta"
“Si tratta del massimo che si poteva raggiungere stante la strenua opposizione di Germania e soprattutto dell’Olanda ai cosiddetti ‘eurobond’ o 'coronabond'”, spiega a Vatican News l’economista Giovanni Marseguerra, coordinatore del comitato scientifico della Fondazione Centesimus Annus. “È un importante accordo”, spiega, “che dimostra come a livello europeo ci sia solidarietà, ma una solidarietà ridotta, che non va oltre a un certo punto”.
La Francia promuove un "Fondo per la ripresa"
Il comunicato dell’Eurogruppo, pur non citando esplicitamente gli “Eurobond”, rimanda ogni eventuale decisione in questo senso alla creazione di un “Fondo per la ripresa” promosso dalla Francia. Il Fondo sarà un tema affrontato nel prossimo Consiglio Europeo, il massimo organo dell’Ue che riunisce i capi di Stato e di governo dei Paesi membri. Saranno loro a scegliere l’importo, la durata e la modalità di questo finanziamento, anche se si parla di un importo non inferiore ai 500 miliardi di euro.
No alla mutualizzazione del debito
“Sull’uso dei bond europei rimane questo veto”, spiega ancora il professor Marseguerra, perché non si vuole mettere in comune il debito. Questo però non avrebbe coinvolto i debiti passati, che ogni Stato avrebbe continuato a pagare, ma avrebbe significato un apertura di fiducia l'uno verso l'altro dei Paesi europei sul futuro e avrebbe messo in moto una solidarietà creativa e dinamica che forse è l’unica grande forza che può portare a risultati di lungo periodo”.
Finanziamenti per imprese e lavoratori
Immediato e sostanziale è stato invece l’accordo sui 200 miliardi destinati alle imprese grazie a un fondo della Banca europea per gli investimenti e i 100 miliardi del fondo Sure della Commissione europea per sostenere la cassa integrazione negli Stati Membri.
La soddisfazione delle istituzioni europee
Generalmente soddisfatti del negoziato tutt i governi dei Paesi dell’Eurogruppo. “L’Europa è solidarietà”, ha commentato il Commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni, parlando di “un pacchetto di dimensioni senza precedenti”. “Abbiamo risposto all’appello di milioni di cittadini per un Europa che sappia proteggere”, ha affermato Mario Centeno, presidente dell’Eurogruppo, “con delle proposte audaci che sembravano impossibili solo fino a qualche settimana fa”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui