Insegnare e studiare on line al tempo della pandemia
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Nella Messa mattutina il pensiero del Papa è andato oggi al mondo della scuola. Francesco ha esortato a pregare per studenti e insegnati che, in questo tempo segnato dalla pandemia usufruiscono delle nuove tecnologie e delle opportunità offerte dalla didattica a distanza.
Rusconi: il Papa infonde coraggio
Quello della didattica a distanza è un mondo che presenta grandi potenzialità ma anche alcune insidie. Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi di Roma e del Lazio, sottolinea che le parole del Papa sono un grande incoraggiamento per insegnanti e studenti:
R. - È molto confortante la vicinanza di Papa Francesco in questo momento. Il Papa e tutto il mondo della scuola hanno ben capito che mesi di sospensione della didattica tradizionale possono rappresentare qualche cosa di negativo per i nostri giovani. L’incoraggiamento dato agli insegnanti infonde ulteriore coraggio per l'iniziativa della didattica a distanza. All’inizio ci siamo trovati piuttosto impreparati. Ma adesso, poco a poco, si stanno facendo passi in avanti piuttosto consistenti. Questo è possibile grazie all’impegno di molti insegnanti, presidi e impiegati che tengono aperte le scuole. Le scuole infatti non sono chiuse. In questo momento è particolarmente importante che ci sia un incoraggiamento e che non si basi tutto solamente sulla tecnica e sulla piattaforma da adoperare.
Quale è la risposta dei ragazzi a queste novità innescate dalla pandemia?
R. - In questo momento è necessario adottare una sorta di codice deontologico sul comportamento dei nostri studenti. Si riscontra un maggiore interesse da parte dei bambini più piccoli della scuola elementare e scuola media rispetto ai più grandi, che tendono ogni tanto un po' a bighellonare. I bambini più piccoli sentono più fortemente la mancanza dei loro compagni e degli insegnanti. In qualche modo essere in contatto, sia pure attraverso uno strumento freddo come il video, li rassicura e li rende più partecipi. I più grandi, in qualche caso, sono meno attenti. Però facendo leva sull’incoraggiamento dato dagli insegnanti ai ragazzi, si possa arrivare ad una situazione almeno accettabile.
Come in particolare si stanno preparando gli studenti che devono affrontare gli esami? Come si svolgeranno le prove in questo tempo così complesso?
R. - Gli esami di terza media si svolgeranno attraverso una tesina che i ragazzi invieranno. Non saranno presenti a scuola. Probabilmente, ci saranno i loro professori che dovranno valutare queste tesine. Per gli esami di maturità ci sarà solamente un esame orale. Noi auspichiamo che, in questo caso, gli studenti possano essere presenti. Qualcuno obietta che siano esami farsa. Io non direi. Per gli esami di maturità, ad esempio, il fatto di avere sei membri interni, cioè sei insegnanti del consiglio di classe, garantisce una giusta valutazione alla quale si può aggiungere l’impegno profuso dai ragazzi in questo periodo di didattica a distanza. Quindi non è una specie di sanatoria anche perché negli anni precedenti venivano promossi oltre il 90 per cento degli studenti. I membri interni conoscono questi ragazzi e possono dare un giudizio equilibrato.
Come potrebbero cambiare il mondo della scuola e della didattica dopo questo periodo così difficile di emergenza sanitaria?
R. - Se dovessero essere applicate le norme che le scuole paritarie devono osservare, il 60% delle scuole italiane statali chiuderebbero perché queste ultime non riescono sempre a rispettare tali norme. Questo è un grave gap. In che modo il covid può allertare meglio gli enti locali? Devono capire che si devono sistemare le scuole rendendo gli ambienti gradevole e soprattutto devono adottare misure in modo che non ci sia una diffusione così semplice del virus. Questo è il primo impegno che dovrebbero avere degli enti locali. Per quanto riguarda gli insegnanti, sono chiamati ad avere un atteggiamento nella didattica più motivante. Una cosa è stare in classe e un’altra è la didattica a distanza. Venendo meno la relazione consueta tra alunni e insegnanti, deve essere in qualche modo “riscaldato” il mezzo “freddo” del video. La lezione deve essere intramezzata con slide, file che i ragazzi potranno poi continuare a vedere. Questa lezione più attiva deve diventare una costante anche quando gli insegnanti torneranno nelle aule.
Laurearsi al tempo della pandemia
Anche il contesto è oggi profondamente diverso, ma il momento della laurea è sempre un momento di gioia. Lo sottolinea Francesco, neolaureato in Medicina che vive a Bergamo, una delle città più colpite dalla pandemia. Questa è la e mail che ci ha inviato:
“Mi sono laureato in Medicina e Chirurgia un mese fa. L’esperienza della laurea da casa è stata quasi surreale. Sin dal primo anno di studi mi immaginavo una grande cerimonia ricca di applausi con la presenza di tutta la famiglia, i compagni di studi e gli amici. Nonostante abbia discusso la mia tesi davanti allo schermo di un computer, è stato un momento di grande gioia per me perché, innanzitutto, ero circondato dall’affetto della mia famiglia. Inoltre, in quel preciso istante, ho raggiunto il culmine di un percorso che ha richiesto tanti sacrifici e molto impegno. Abito a Bergamo, una delle città più colpite dal virus, e il mio sogno di diventare medico si è realizzato in un momento tragico e triste per tutti noi. Nel momento in cui ho ricevuto la proclamazione, non ho mai sentito così vivo il ricordo di un articolo della legge scout che recita: ‘sorridono e cantano anche nelle difficoltà’. Il mio augurio per chiunque stia vivendo in prima persona questo momento con difficoltà è che possa trovare presto una ragione per poter sorridere”.
Anche se l’interfaccia è solo un computer la discussione della tesi resta sempre un momento molto emozionante. Lo pensa anche Gloria si è laureata lo scorso 13 marzo in “Relazioni internazionali” all’Università Luiss Guido Carli. All’inizio, sottolinea, è stato tosto dover digerire la notizia di dover discutere la tesi on line. Però la situazione è stata “comunque molto gratificante”. Questa è la sua testimonianza:
Esami on line
Prepararsi e sostenere una prova orale con le nuove tecnologie per molti studenti è una esperienza nuova. Raffaele frequenta la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II". Nei giorni scorsi ha sostenuto un esame on line.
R. - Ho cercato di seguire le solite modalità, anche se questo nuovo approccio per vie telematiche è stato più complicato: ci sono stati problemi legati all’utilizzo di internet. Ci sono state delle difficoltà.
Influisce sull’apprendimento il fatto di usare le nuove tecnologie e non poter usufruire di una didattica tradizionale?
R. - Ci sono delle difficoltà anche nel mostrare quanto realmente si vale. È più complicato seguire le lezioni ed è più difficile avere chiarimenti.
Quello di assicurare agli studenti l’accesso ad internet e una buona connessione diventa ormai un diritto fondamentale…
R. - Si, infatti chi non ha una buona connessione ha maggiori ostacoli nel sostenere l’esame, nel seguire le lezioni. È una condizione imprescindibile avere una connessione efficiente.
Come si è svolto l’esame on line che hai sostenuto nei giorni scorsi?
R. - L’esame si è svolto attraverso una piattaforma digitale. La novità è l’interposizione della telecamera. In una situazione di emergenza come questa, poter proseguire nella carriera universitaria non è una cosa scontata. Si deve apprezzare l’impegno assicurato per consentirci di proseguire gli studi. Bisogna sempre cercare di andare avanti. E in questa situazione di emergenza, procede il mio percorso di studi in medicina.
Didattica a distanza
Essere interrogati e seguire le lezioni on line sta diventando un esperienza comune per molti studenti. Lorenzo ha 17 anni e frequenta il Liceo Scientifico a Roma: “Per me la didattica a distanza è un' opzione molto valida anche perché il ragazzo non viene giudicato solo con il voto dopo le interrogazioni, ma è importante anche la partecipazione alla lezione”.
Maturità 2020
Saranno circa 500 mila gli studenti che, quest’anno, dovranno sostenere in Italia gli esami di maturità. Francesca è una di loro. Si sta preparando on line in vista di questa importante prova:
"La didattica a distanza, afferma Francesca, è uno strumento in più per non restare indietro. Ed è apprezzabile vedere professori, prima a digiuno di tecnologia, che ora si sono adeguati. Manca il fatto di poter avere un dialogo in classe con i professori, i compagni. Manca il confronto con i compagni sia per le interrogazioni, sia per i compiti. Sarà una maturità diversa quest’anno, spiega Francesca, anche perché non si potrà festeggiare con i propri compagni: molti di noi non sanno ancora se l’esame si sosterrà on line o in classe. Verrà comunque a mancare l’effetto dei compagni, delle persone che ti vogliono bene e ti incitano". “Speriamo - conclude Francesca - che vada tutto bene per noi studenti, per gli infermieri, per i medici e per tutti. Questa pandemia ci ha sconvolto. Penso che quando finirà tutto, non saremo più le persone di prima”.
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