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Papa Francesco e Sacra Sindone  - Torino 2015 Papa Francesco e Sacra Sindone - Torino 2015 

Il Papa unito ai fedeli in preghiera davanti alla Sacra Sindone

In una lettera all'arcivescovo di Torino, Francesco manifesta tutto il suo apprezzamento per la celebrazione straordinaria che si svolgerà Sabato Santo innanzi al Sacro Telo, che ci mostra il Signore crocifisso morto e risorto in cui confidare per avere la forza di superare ogni prova

Insieme al Papa nella supplica al Signore Gesù crocifisso, morto e risorto che riconosciamo nel volto della Sindone.

Francesco, in una lettera indirizzata a monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, esprime tutto il suo apprezzamento per la straordinaria ostensione del Sacro Telo intorno al quale il presule pregherà per la fine della pandemia, Sabato Santo, a partire dalle ore 17.00 nella cappella della Cattedrale della città.

Una celebrazione straordinaria, una liturgia di preghiera e contemplazione, "resa visibile a tutti coloro che parteciperanno  mediante i mezzi di comunicazione sociale", televisione e piattaforme social, annunciata da monsignor Nosiglia lo scorso 4 aprile e che  - rimarca il Papa - "viene incontro alla richiesta del popolo fedele di Dio, duramente provato dalla pandemia di coronavirus."

"Mi unisco anch’io alla vostra supplica - scrive il Papa - rivolgendo lo sguardo all’Uomo della Sindone, nel quale riconosciamo i tratti del Servo del Signore, che Gesù ha realizzato nella sua Passione". Ripetendo le parole di Isaia : "Uomo dei dolori che ben conosce il patire […]. Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori […]", il Papa guarda al Crocifisso, "trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti (Is 53,3.4-5)".

Guardando poi ai lineamenti dell'Uomo della Sindone, Francesco vi legge "i volti di tanti fratelli e sorelle malati, specialmente di quelli più soli e meno curati; ma anche tutte le vittime delle guerre e delle violenze, delle schiavitù e delle persecuzioni". L'invito finale di Francesco è quindi, da cristiani, ad affidarsi a Gesù crocifisso, a confidare nella forza che da Lui ci viene di "affrontare ogni prova con fede, con speranza e con amore, nella certezza che il Padre sempre ascolta i suoi figli che gridano a Lui, e li salva".

Che i giorni che ci separano dalla Pasqua siano vissuti - è l'augurio del Papa - in intima unione con la Passione di Cristo, per sperimentare la grazia e la gioia della sua Risurrezione.

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10 aprile 2020, 13:11
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