Piacenza, la sindaca Barbieri, sullo sfondo le bandiere a mezz'asta per le vittime di coronavirus Piacenza, la sindaca Barbieri, sullo sfondo le bandiere a mezz'asta per le vittime di coronavirus

Piacenza, nel cimitero comunale uno spazio per i defunti musulmani

Morire a 32 anni per il coronavirus, un sacrificio che però porta con sé anche un grande messaggio per la famiglia e per le comunità cattolica e islamica, unite nel dolore

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

Una morte difficile da accettare, quella di Iyad Aldaqre, giovane ricercatore di origine siriana di 32 anni, in piena salute, colpito dal Covid-19 che lo ha strappato ai suoi cari. Lavorava in una azienda di Milano, aveva un bimbo di 5 anni ed era sposato con Francesca Bocca, teologa italiana, docente di lingua e cultura araba alla società umanitaria di Milano, nonché direttrice dell’Istituto di Studi Islamici Averroè a Piacenza, città di origine di Francesca, ma anche città che anni fa aveva accolto Iyad e che lui sentiva come casa, tanto da averne anche imparato il dialetto. È a Piacenza che è morto ed è a Piacenza che verrà sepolto, perché nella città sorgerà uno spazio per seppellire i defunti di fede islamica, una decisione nata proprio dopo la morte di Iyad.

Avere uno spazio per la sepoltura fa sentire parte della città

“L’aspetto che vorrei far notare di tutto questo – confida la moglie Francesca Bocca Aldaqre a Vatican News – è l’assoluta spontaneità con cui è avvenuto tutto. La sindaca si è mossa personalmente affinché avvenisse questa apertura. Lei stessa (la sindaca Patrizia Barbieri ndr) era in quarantena, la decisione l’ha maturata nell’intimità della sua stessa situazione di isolamento”. Una scelta accolta con grande riconoscenza da Francesca e dalla comunità islamica tutta, una scelta che in un momento che “costringe tutti a sentirci soli, ci fa sentire finalmente parte della nostra città”. "Non chiediamo nulla - aveva spiegato in un’intervista il segretario dell'Ucoii, l'Unione delle comunità islamiche d'Italia, Yassube Baradai – solo uno spazio al cimitero dove i defunti possano riposare, rivolti alla Mecca”. Lo stesso Baradai aveva quindi chiesto aiuto alla sindaca Barbieri, di qui poi la soluzione: uno spazio da circa 30 posti per i defunti musulmani nel cimitero comunale di Piacenza. “Sarà bello andarlo a trovare – spiega Francesca- anche perché è la parte del cimitero è nella zona della città dove si trova anche la sede della Comunità islamica, poterlo andare a trovare quando ci sono le preghiere è veramente un grande sollievo”.

Ascolta l'intervista con Francesca Bocca Aldaqre

Per Iyad una preghiera funebre e la recita del rosario

La famiglia originaria di Iyad è in Siria, a Damasco. “Abbiamo un buon rapporto – prosegue Francesca – abbiamo condiviso questi giorni, è il secondo figlio che perdono, l’altro a causa della guerra, ma sono stati molto forti e mi hanno sostenuta in questi giorni”. Accanto a lei anche gli amici di Iyad, cristiani e musulmani che, il giorno successivo alla morte, hanno dato vita in contemporanea via Skype alla recita del rosario e di una preghiera funebre. “Spero di essere presente alla sepoltura, spiega ancora Francesca, e poi di abbracciarci tutti, di nuovo, con qualche altro genere di rito”.

Uniti nel lutto si può vivere in amicizia con le differenze

La figura di Iyad, per sua moglie, potrà costituire un esempio anche per quanto riguarda la condivisione del dolore e del lutto, che unisce tutti, di qualunque fede. “L’anno scorso – conclude il suo ricordo Francesca – avevo lavorato con la diocesi di Piacenza ad alcuni incontri pubblici sul documento (il Documento sulla Fratellanza umana firmato un anno fa, il 4 febbraio del 2019, da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyib ndr) e mio marito era stato presente a tutti, con il bambino. Credeva fortemente che bisognasse cercare una fratellanza concreta. Le differenze tra le religioni esistono, lui era un musulmano praticante, mai è venuto meno a qualche precetto della sua Fede, ma credeva che l'amicizia, la comunità, la convivenza potessero essere le chiavi per vivere insieme, ma solo se ci impegniamo veramente a fare qualcosa del dolore e non ci lasciamo prendere dal panico”.

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02 aprile 2020, 08:00