14 maggio, la pandemia chiede una conversione nel rispetto del Creato
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
La pandemia di coronavirus chiama gli esseri umani a convertirsi ad uno stile che sia compatibile con il rispetto dell’ambiente, del Creato di Dio. Ecco che la giornata di preghiera e digiuno di domani assume questo ulteriore aspetto, indicato da Luca Maria Negro, pastore battista, presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, che partecipa all’appuntamento del 14 maggio, avendo raccolto l’invito del Consiglio ecumenico delle Chiese, membro dell’Alto Comitato per la Fratellanza Umana. L’adesione, spiega Negro, segue la consapevolezza che “come diceva Papa Francesco, siamo tutti sulla stessa barca”, il fatto che, sottolinea ancora, “credenti di diverse religioni sentano il bisogno di pregare insieme, è segno di una comune umanità e quindi è molto importante, in un mondo in cui spesso poi le religioni si contrappongono l'una all'altra. E’ quindi un segnale molto positivo questa volontà di pregare insieme perché la pandemia finisca”.
Questo tempo induca alla conversione degli stili di vita
È opportuno che la giornata di domani, secondo il pastore, divenga anche un invito alla riflessione, parola chiave per Negro, poiché nelle intenzioni di chi l’ha promossa c’è l’idea che sia una giornata di carità, di solidarietà, con gesti concreti nei confronti di chi è stato toccato dalla pandemia. “Questa pandemia – spiega – ci chiama a convertirci anche dagli stili di vita individualistici, di sfruttamento intensivo delle risorse della terra, anche degli animali, a cui invece ci eravamo abituati. Bisognerà cambiare, se non vogliamo che pandemie come questa si ripresentino in continuazione”.
Si capisca l’importanza della difesa della comune fraternità
Oggi l’umanità è divisa da muri, da steccati, da pregiudizi di vario genere, dunque “riscoprire la nostra comune umanità, la fraternità di base, che è quella di esseri umani – è il messaggio – credo che ci aiuti a creare un mondo più pacifico”. In questo momento, è la conclusione del pastore Negro, è necessario che il messaggio dell’Alto Comitato venga “assolutamente recepito dalla base di tutte le Chiese, perché se i leader parlano di pace, ma la base continua a ignorare questa comune fraternità, non andremo da nessuna parte. Quindi, credo che l'iniziativa voglia diffondere veramente alla base di tutte le fedi viventi, questo senso della comune fraternità umana”.
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