Morte Floyd, Onu agli Usa: basta vittime causate dalla polizia
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Gli Stati Uniti devono agire per fermare gli “omicidi” di afroamericani da parte della polizia. Lo scrive in una nota l'Alto Commissario dell'Onu per i diritti umani, Michelle Bachelet, ex presidente del Cile, dopo l'uccisione del 46enne George Floyd, il 25 maggio a Minneapolis. La Bachelet chiede all’amministrazione americana di adottare "misure serie" e "garantire che venga fatta giustizia quando accadono" fatti del genere.
Le richieste del commissario Onu Bachelet agli Usa
"Questo è l'ultimo di una lunga serie di omicidi di afroamericani disarmati da parte della polizia Usa - prosegue - Sono sgomenta di dover aggiungere il nome di George Floyd a quello di Breonna Taylor, Eric Garner, Michael Brown e molti altri”. "Devono essere messi in atto sistemi di prevenzione e soprattutto gli agenti che fanno un uso eccessivo della forza dovrebbero essere accusati e condannati ” conclude l'Alto Commissario dell'Onu per i diritti umani Bachelet chiedendo di esaminare attentamente "il ruolo svolto dalla discriminazione razziale in queste morti".
Una vittima e una stazione di polizia incendiata negli scontri
Intanto la protesta non si ferma, con tafferugli e saccheggi per la terza notte consecutiva anche a Los Angeles, New York, Denver e Memphis, al grido “Non posso respirare”, le ultime parole di Floyd. La scorsa notte a Minneapolis una persona è stata uccisa, colpita da un commerciante che difendeva la propria merce, e almeno altre cinque sono rimaste ferite. E stanotte nella città del Minnesota alcuni manifestanti hanno dato fuoco alla stazione di polizia 3, che è stata evacuata. Migliaia di persone hanno assistito all'incendio nella parte nord della città, dopo che alcuni di loro hanno sfondato le barriere che proteggono l'edificio e ne hanno sfondato le finestre. Il sindaco Jacob Frey ha così proclamato lo stato di emergenza di 72 ore. Questi delinquenti - ha twittato il presidente Donald Trump - disonorano la memoria di George Floyd e non permetterò che questo accada”.
Le scuse alla famiglia del capo della polizia di Minneapolis
Il dipartimento di giustizia americano ha assicurato che le indagini sulla morte dell’afroamericano hanno la priorità, mentre il capo della polizia di Minneapolis si è scusato per l’accaduto con la famiglia della vittima, ma ha ribadito che non potrà permettere che si ripetano le violenze da parte, di "gruppi esterni" al movimento di protesta. Intanto è emerso che l’agente Derek Chauvin, che nel video diffuso in rete si vede tenere per oltre cinque minuti il suo ginocchio sul collo di Floyd, mentre la vittima grida di non poter più respirare, nei suoi 19 anni di servizio aveva ricevuto almeno una decina di denunce, ma una sola lettera di richiamo e nessun provvedimento disciplinare
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