Dialogo positivo tra governo e scuole paritarie ma restano le urgenze
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Un confronto costruttivo necessario per arrivare a provvedimenti urgenti in favore delle scuole paritarie. E’ l’esito dell’incontro di ieri tra varie associazioni e il governo, rappresentato dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, chiamato a rispondere sul destino di 12.500 strutture con quasi 170mila dipendenti e che offrono didattica a 800mila studenti. L’auspicio è che le questioni sollevate vengano inserite nei provvedimenti del Decreto Rilancio alla Camera.
L’impegno per una riforma fiscale equa per le famiglie
Sempre ieri la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha annunciato appositi finanziamenti straordinari, pari a 150 milioni di euro, destinati alle scuole paritarie. Nel confronto con Gualtieri – riferisce padre Francesco Ciccimarra, presidente di Agidae, Associazione Gestori Istituti Dipendenti dall'Autorità Ecclesiastica – è stata espressa l’intenzione del governo di avviare una riforma fiscale con provvedimenti per le famiglie che non hanno reddito ma che intendono poter scegliere dove far studiare i propri figli.
R. - Abbiamo avuto tanta attenzione da parte del ministro sui vari aspetti, che poi non sono tanti, che noi abbiamo presentato e che rappresentano anche il momento particolare che vivono le scuole cattoliche e le scuole paritarie ancora più in generale. Devo dire che il ministro ha risposto su ogni aspetto con una opzione tecnica secondo me molto pertinente. I punti sottoposti sono stati incastonati in un disegno più ampio dell’azione del governo in questo periodo.
Quali sono i punti più sensibili sui quali avete insistito? Una particolare attenzione l’avete sempre avuta per gli alunni con disabilità…
R. - Questo è un tema che ci portiamo dietro da molti anni. Io ho chiesto fortemente che i nostri ragazzi non siano penalizzati rispetto ai loro compagni che frequentano una scuola statale, per esempio nell'avere un docente di sostegno. La disabilità è un problema di finanza pubblica, lo Stato non può essere assente.
Centocinquanta milioni di euro è lo stanziamento che la ministra Azzolina ha destinato alle paritarie. E’ una cifra che può essere risolutoria dei problemi che state vivendo?
R. – Se facciamo la divisione di 150 milioni su 800mila studenti vediamo che la cifra è davvero irrisoria. Per altro una parte di questa cifra è per gli enti pubblici, i comuni ad esempio che gestiscono i nidi. Dall’altra parte questa cifra è stata destinata a sopperire alle mancate rette che non sono state versate in questi periodi. E’ necessario rimuovere a monte tutte quelle cause che hanno creato questo grande tema della difficoltà. Per primo il ritardo dei contributi delle scuole paritarie che provengono dalle Miur, dopo sei mesi solo adesso si cominciano a ricevere i soldi. E nel frattempo bisogna pagare le retribuzioni ai lavoratori in cassa integrazione: una cosa non urgente ma urgentissima perché a loro non è ancora arrivato nulla e quindi gli istituti e i gestori hanno dovuto ulteriormente anticipare ai loro dipendenti lo stipendio. Quindi i contributi non arrivano, la cassa integrazione non arriva, la retribuzione va pagata, le famiglie ritardano o si rifiutano di pagare, non tutti per fortuna ma una buona parte, facendo così la somma di tutti questi tre aspetti si può immaginare in che condizione è la gestione della scuola. Ecco perché noi al ministro ieri abbiamo chiesto urgentemente il riaccorpamento delle settimane di proroga della cassa integrazione. Se non fosse prolungata andremmo veramente in crisi a livello di gestione ma non per carenza di risorse economiche ma per carenza di liquidità perché siamo pieni di crediti ma non abbiamo liquidità per far fronte alle spese delle retribuzioni.
Come immagina possa ripartire così la scuola a settembre?
R. – Quello che cambierà a settembre data la situazione epidemiologica è l’organizzazione della scuola perché bisogna ridistribuire gli alunni in spazi diversi e in numeri diversi. Dunque è necessario o introdurre la turnistica oppure utilizzare di nuovo il sabato ma anche fare ricorso alla didattica on line che per noi ormai è una strada tracciata.
Sono numeri importanti quelli delle scuole paritarie…
R. – Noi abbiamo circa 12.500 scuole paritarie 800.000 sono gli alunni e 170.000 sono i dipendenti. Con questi grandi numeri ci dobbiamo confrontare nell'immaginare un sistema paritario che posso camminare regolarmente, lo ricordavamo ieri al ministro. Un ultimo tema importantissimo che gli abbiamo portato è stato quello di consentire anche alle famiglie che non hanno redditi di poter scegliere la scuola paritaria e cattolica. Il ministro ci ha anticipato che si sta pensando ad una riforma fiscale in modo da equilibrare la detassazione o la detraibilità fiscale delle rette con provvedimenti per le famiglie che non hanno reddito. Secondo me questa è la strada vincente perché, assicurando un criterio di giustizia a tutte le famiglie, non si fa discriminazione circa la scelta di una scuola cattolica prioritaria. Questa per me è una grande prospettiva, un grande sogno che da molti anni si cerca di coltivare, ovvero dare la libertà a tutti, abbienti e non, di scegliere la scuola cattolica. Anche per la chiesa, secondo me, sarebbe un valido motivo di soddisfazione.
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