Covid-19, Cei sostiene i progetti della Fondazione Soleterre in Africa
Isabella Piro e Andrea De Angelis - Città del Vaticano
Ancora una volta la Conferenza Episcopale Italiana è in prima linea nell'affrontare con aiuti concreti l'emergenza coronavirus. In Italia, dove i fondi dell'otto per mille stanno contribuendo in maniera importante ad aiutare i cittadini più in difficolta, ma anche in altri contesti. In questa occasione i vescovi italiani hanno deciso di volgere il loro sguardo al continente africano, sostenendo i progetti della Fondazione Soleterre. Un contributo pari a 50mila euro è quello stanziato per contrastare il diffondersi della pandemia nell'Africa Occidentale.
I progetti
“Il piano d’azione sarà sviluppato nei prossimi 4 mesi – informa una nota – e prevede di intervenire dotando le strutture sanitarie presenti nel continente con dispositivi di protezione per il personale sanitario e con strumenti terapeutici basilari. Inoltre, in un’ottica di prevenzione, si mira a promuovere la consapevolezza sul diffondersi della pandemia e dei suoi effetti, attraverso la formazione tecnica del personale socio-sanitario”. Al momento, l’intervento di Soleterre si sta rivolgendo principalmente a due ospedali: in Marocco, all'ospedale pediatrico di Rabat che ogni anno cura oltre 112mila pazienti; in Costa d’Avorio, al Treichville University Hospital, ospedale di riferimento per la cura dei pazienti affetti da Covid-19. Inoltre, nel 2015 è stata creata una piattaforma web per la telemedicina, raggiungibile al sito chop.ma, sulla quale, dall'inizio della pandemia, Soleterre ha sviluppato un corso di formazione on line in psicologia clinica, rivolto a medici e psicologi africani.
Un aiuto prezioso
"Grazie al contributo della Cei forniremo materiale sanitario ai presidi medici, forniremo gli ospedali di ciò che è necessario e garantiremo formazione ai medici del posto". Lo afferma nell'intervista a VaticanNews il dottor Damiano Rizzi, presidente della Fondazione Soleterre. "Questa attenzione dei vescovi italiani è preziosa anche perché permette di guardare oltre il confine - aggiunge -, in contesti dove i bambini faticano ad arrivare al quinto anno d'età con o senza Covid-19. Creature che muoiono per polmoniti virali, dissenteria". Il presidente di Soleterre sottolinea l'importanza della formazione sul posto, "di villaggio in villaggio", e nel parlare di "situazioni a volte impensabili per noi europei" ribadisce quanto sia "importante far comprendere la necessità di lavarsi le mani anche in quei contesti dove l'acqua è un bene tanto raro quanto prezioso".
La Fondazione
Soleterre opera dal 2003 con un programma regionale sulla salute in Africa Occidentale, ad oggi operativo in Marocco, Costa d'Avorio e Burkina Faso. In ognuno di questi Paesi, la Fondazione è attiva con partenariati locali a livello istituzionale nazionale e con organismi della società civile, offrendo assistenza medica e psicologica, accoglienza per i bambini malati e delle loro famiglie, farmaci ed altri dispositivi medici, oltre alla formazione in loco e a distanza per gli operatori socio-sanitari.
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