Estate al cinema? Il bisogno di nuove storie e il rilancio del settore
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Ci aspetta un’estate di rinascita anche per la cultura, in Italia e nel Mondo? I musei riaprono, i cinema e i teatri lo faranno dal 15 giugno, da decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, ma molte manifestazioni sono state rinviate in autunno e anche oltre. E come risponderà il pubblico, dopo più di tre mesi di film e musica sul divano di casa? Un segnale positivo lo ha lanciato il direttore della 77esima Mostra del Cinema di Venezia, Alberto Barbera, assicurando che al Lido, dal 2 al 12 settembre, le star torneranno a passare sul tappeto rosso, e con loro spettatori e critici.
Confermata la Mostra di Venezia dal 2 al 12 settembre
“Sarà un'edizione unica nella storia e anche per questo sarà ricordata” promette il direttore su Instagram. “Non sappiamo esattamente cosa sarà possibile fare” ammette, ma spera "di poter ricominciare nel miglior modo possibile". Forse non ci saranno gli oltre 200 film delle ultime Mostre, ma potrebbe esserci l’ultima fatica di Nanni Moretti, “Tre piani”, per la quale il direttore del Festival di Cannes, Thiery Fremaux, ha mostrato molto interesse. Ma la Croisette è rimasta chiusa, in questo maggio di pandemia, anche se è pronta la lista di 50-60 film con l’etichetta “Cannes 2020”, creata dopo l’annullamento della 73esima edizione.
A Venezia anche i festival di teatro, musica e danza
Come ulteriore segnale di speranza, la Biennale di Venezia ha comunicato che dal 14 al 24 settembre si terrà il 48esimo Festival internazionale del Teatro, diretto da Antonio Latella, dal 25 al 4 ottobre quello di Musica Contemporanea, guidato da Ivan Fedele, e infine dal 13 al 25 ottobre quello di Danza Contemporanea diretto dal Marie Chouinard. Rinviata invece al 22 maggio 2021 l’apertura della Biennale Architettura, che proseguirà fino al 21 novembre, e questo farà slittare di un anno anche la 59esima Esposizione internazionale d’Arte, che si terrà dal 23 aprile al 27 novembre del 2022.
“Ciak, si gira?”: il numero della Rivista del Cinematografo
Del bisogno di nuove storie, delle quali “rivestirsi per custodire la propria vita”, come auspica Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali del 2020, si occupa anche la Rivista del Cinematografo, della Fondazione ente dello Spettacolo, che nel suo numero di giugno presenta un’inchiesta sui set bloccati, i film interrotti e i festival sospesi dalla pandemia, e la grande voglia di riprendere a girare, anche se vincolati dai protocolli di sicurezza e le condizioni imposte dalle compagnie assicurative.
Perugini: agevolazioni per far tornare le famiglie in sala
Insomma c’è il bisogno e la speranza, di “riappropriarsi della vita, degli spazi culturali”, dopo “le sale museali e i parchi”, anche “del cinema e del buon cinema, nonostante le misure di sicurezza sanitaria cui saremo chiamati”, è convinto Sergio Perugini, studioso dei linguaggi del cinema e della tv e segretario della Commissione valutazione film della Conferenza episcopale italiana. Che chiede “agevolazioni per invogliare le famiglie a ritornare in sicurezza in sala” e una maggiore attenzione a tutto il settore, importante per l’economia nazionale.
R. - Il cinema tornerà, lo aspettiamo in Italia il 15 giugno, con la ripresa del lavoro sui set e la possibilità di tornare al cinema, perché è un bisogno per la comunità. Come abbiamo visto nella pandemia il cinema è stato il grande assente nella fruizione in sala, però la gente in casa ha avuto sempre il desiderio di buon cinema. Lo attesta il successo di molte piattaforme. Ora speriamo di riappropriarci dei nostri spazi culturali. Senza dubbio un segnale importante ci arriva dalla Mostra del cinema di Venezia, dalla scommessa in positivo di tenerla regolarmente del prossimo settembre. Aspettiamo quindi anche le linee guida più chiare dalla Biennale e soprattutto segnali più incisivi dal governo.
Condivide la critica di chi pensa che il governo abbia un po' trascurato l'arte in questa emergenza? Lo sport è ripartito, anche in palestra, l'arte ancora no…
R. – Mi richiamo alla bella intervista fatta dal presidente della Commissione valutazione film della Cei Massimo Giraldi all'attrice Milena Vukotic, che sottolineava proprio quest'aspetto perché purtroppo sembra che la cultura sia stato uno degli ultimi settori ai quali nell’ emergenza il governo ha posto attenzione. Noi vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno in positivo, e speriamo che da ora ci sia una giusta equiparazione. Ho sentito parole confortanti e incoraggianti parte del ministro Dario Franceschini. Penso anche alle parole del Presidente della Repubblica pronunciate durante la cerimonia dei David di Donatello. La cultura in generale e nello specifico la cultura cinematografica è uno degli asset fondamentali del nostro paese. Quindi speriamo che ora si ponga tutta la giusta attenzione verso un settore che non è solo arte ma è anche occupazione, e che muove un importante dato anche per il Pil nazionale.
Le regole di sicurezza sanitaria che già circolano per i cinema e gli spettacoli, il metro di distanza sia per il personale che per gli spettatori, freneranno la passione per un bel film al cinema, uno spettacolo a teatro, un concerto?
R. - Non credo. La gente durante la quarantena ha dimostrato grande compostezza grande resilienza e desiderio anche di rispetto delle norme di sicurezza sociale. Però in questa fase 2, da poche settimane, stiamo assistendo non solo a quei pochi casi di infrazione delle regole ma stiamo assistendo ad un ritornare alle abitudini con una nuova consapevolezza e quindi come c'è il desiderio di riappropriarsi degli spazi culturali, delle sale museali anche dei parchi, ci sarà del cinema e del buon cinema, nonostante le misure cui saremo chiamati. Chiaramente dovranno essere messe in campo delle agevolazioni per convincere sempre di più le famiglie a ritornare in sicurezza in sala.
La Rivista del Cinematografo ha dedicato il numero di giugno ai film che si stavano girando prima del lockdown. Pensa che si riusciranno a completare?
R. – Ovviamente! Il passo verso il domani deve essere necessariamente orientato nel segno della speranza. Quello che ha raccontato la Rivista del Cinematografo è corretto. Molti film erano stati bloccati, ma c'è anche il desiderio, la voglia di ripartire. Ovviamente servono anche misure di tutela nei confronti delle maestranze, degli interpreti, dei registi che sul set devono poter tornare nella dimensione della sicurezza. Però bisogna riappropriarsi della vita e soprattutto ricordiamo, come ci ha insegnato anche la quarantena, la gente non ha perso l'abitudine del buon cinema o delle buone serie televisive. Anzi ha aumentato la domanda di prodotto. Quindi l'augurio è che si possa tornare quanto prima sul set proprio per poter continuare ad avere queste belle storie, questi bei racconti. D'altronde il Messaggio di quest'anno per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali di Papa Francesco ci ha ricordato l'importanza dei racconti, l'importanza di rivestirsi di storie, di buone storie che arricchiscono il nostro orizzonte e ci danno la possibilità di scommettere in positivo nei confronti della vita.
Come Commissione per la valutazione dei film fate un servizio rivolto soprattutto ai cinema e ai teatri parrocchiali. Avranno la forza anche economica per riaprire, con tutte queste limitazioni?
R. – Il primo destinatario delle valutazioni della Commissione film è e rimane il cinema parrocchiale. Noi scommettiamo nella ripresa perché sono degli avamposti culturali e degli avamposti pastorali. La capacità di portare anche delle opere che hanno un difficile mercato, delle opere d'autore a volte con tematiche più complesse, alla visione della comunità. Quindi la Conferenza Episcopale Italiana sta dimostrando veramente una grande attenzione nei confronti del territorio, delle diocesi e delle parrocchie e di un accompagnamento anche nell’ offerta culturale della proposta delle sale di comunità.
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