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100 milioni di poveri a causa del Covid 100 milioni di poveri a causa del Covid 

FMI: il Covid può causare 100 milioni di nuovi poveri nel mondo

“La crisi del coronavirus potrebbe spingere fino a 100 milioni di persone all’estrema povertà, rendendo inefficaci i progressi degli ultimi tre anni nella riduzione della povertà”. Lo afferma il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva. “Le autorità devono fare tutto quello che è in loro potere per evitare questo rischio”, ha detto. Con noi l’economista, Leonardo Becchetti

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

L’allarme lanciato dal direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, rende ancora più cruda la crisi economica causata dalla pandemia, una crisi che non colpisce solo gli Stati o le grandi imprese, ma che potrebbe avere ricadute drammatiche sulle famiglie e sui singoli individui. Cento milioni di persone in più colpite dalla povertà estrema, sparse in tutto il mondo – questa l’entità del rischio paventato dalla Georgieva – vuol dire per i governi rivedere totalmente le politiche di ripresa economica, dando maggior spazio ai piccoli interventi di sostentamento oltre che ai grandi piani di ristrutturazione industriale.

Trovare risorse per gli ultimi

Secondo l’economista, Leonardo Becchetti, di fronte al possibile aumento della povertà estrema, “bisogna rivedere i programmi di ripresa, raccogliere risorse economiche per gli ultimi. Lo sta facendo già l’Europa con il Recovery Fund. E’ importante – sottolinea Becchetti – tracciare una via maestra, in cui si restituisca dignità al lavoro, alla tutela dell’ambiente, con un fisco più giusto”. E’ altresì essenziale guardare al settore produttivo e del consumo, dando liquidità alle imprese e redditi di emergenza ai settori sociali più in difficoltà.

Ascolta l'intervista a Leonardo Becchetti

Una rete sociale contro la povertà

Il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, auspica il varo di riforme e investimenti per migliorare significativamente le prospettive economiche dei più deboli. Occorrono investimenti sanitari, migliorare l’efficienza della spesa pubblica e rafforzare le reti di assistenza sociale. Proprio su quest’ultimo aspetto Becchetti ricorda come sia fondamentale il ruolo che stanno avendo le organizzazioni del terzo settore e le parrocchie, che, essendo sul territorio, hanno più di ogni altro la possibilità di percepire le situazioni di indigenza e intervenire con immediatezza ed efficacia. In tanti Paesi i cittadini stessi si stanno organizzando autonomamente con forme di solidarietà e di aiuto alle famiglie e agli individui in difficoltà.

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12 giugno 2020, 14:33