Mistero e contemplazione. Georges de La Tour in mostra a Milano

Ha riaperto con successo al Palazzo di Reale di Milano la mostra "Georges de La Tour: l’Europa della luce". Chiusa lo scorso 24 febbraio a causa del coronavirus l’esposizione è stata prorogata fino al prossimo 27 settembre. Un’occasione mai prima offerta in Italia per conoscere un grande maestro dell’arte europea del Seicento

Paolo Ondarza - Città del Vaticano

La luce di una candela illumina sguardi, gesti e oggetti di uso comune, lasciando il resto in una suggestiva penombra. La carica spirituale, il raccoglimento e l’intimità caratterizzano la pittura di Georges de La Tour pittore francese attivo nella prima metà del Seicento. Per la prima volta in Italia una mostra monografica – “Georges de La Tour. L’Europa della Luce” ne racconta l’arte e la vita, indagando quei tanti ambiti della produzione e della biografia ancora avvolti dal mistero.

Georges de La Tour Maddalena penitente, 1635 - 1640 Olio su tela, 113 x 92,7 cm National Gallery of Art, Washington D.C., Stati Uniti
Georges de La Tour Maddalena penitente, 1635 - 1640 Olio su tela, 113 x 92,7 cm National Gallery of Art, Washington D.C., Stati Uniti

La Tour e Caravaggio

I notturni rischiarati dal flebile chiarore di una lampada ad olio rendono la pittura di La Tour unica e di grande successo nell’Europa del XVII secolo. La singolare coincidenza di soggetti ha indotto spesso la critica ad accostarlo a Caravaggio. Eppure non c’è riscontro documentario di alcun viaggio compiuto in Italia. La meravigliosa “Maddalena” proveniente dalla National Gallery di Washington riesce a far comprendere le ragioni del paragone con Michelangelo Merisi: nella composizione, dove sacro e profano si confondono, è infatti raffigurata una santa senza aureola, isolata in un’ambientazione notturna. “Il chiaroscuro – spiega a Vatican News la curatrice della mostra Francesca Cappellettti – consente ai due artisti di raggiungere esiti di potente drammaticità”.

Georges de La Tour (studio) Educazione della Vergine, 1650 ca. Olio su tela, 83,8 x 100,3 cm The Frick Collection, New York, Stati Uniti
Georges de La Tour (studio) Educazione della Vergine, 1650 ca. Olio su tela, 83,8 x 100,3 cm The Frick Collection, New York, Stati Uniti

L'Europa della luce

“Se fino agli anni Trenta del secolo scorso La Tour era letto prevalentemente in chiave caravaggesca, oggi la critica gli riconosce una sua originale personalità”. Protagonista dell’esposizione è l’Europa della Luce. Georges de La Tour, maestro della scena di genere letta attraverso un’originale interpretazione della luce artificiale, è infatti accostato ad artisti contemporanei, italiani, francesi, fiamminghi, olandesi, spagnoli, con i quali è stato a volte confuso: Gerrit van Honthorst, Paulus Bor, Trophime Bigot, Frans Hals, Adam de Coster, per citare solo qualche nome.

Georges de La Tour (copia da?) San Sebastiano curato da Irene, 1640 ca. Oio su tela, 105 x 139 cm Musée des Beaux-Arts, Orléans, Francia
Georges de La Tour (copia da?) San Sebastiano curato da Irene, 1640 ca. Oio su tela, 105 x 139 cm Musée des Beaux-Arts, Orléans, Francia

Guardare oltre l'ombra

Visitare le sale di Palazzo Reale a Milano fino al prossimo 27 settembre consente di vedere radunate insieme grazie ai prestiti provenienti da 28 musei internazionali, alcune tra le principali opere di un maestro, studiato dalla critica da appena poco più di un secolo. Ristretto il catalogo delle tele certamente riconducibili a La Tour: queste solitamente viaggiano insieme con molta difficoltà. Appena 40 le attribuzioni documentate dal 1915; “Siamo obbligati a guardare a fondo le opere di La Tour”, prosegue Francesca Cappelletti. “Solo così riusciamo a distinguere i particolari che il pittore ha avvolto nell’ombra”. 

Georges de La Tour La negazione di Pietro, 1650 Olio su tela, 120 x 161 cm Musée d'arts de Nantes, Francia
Georges de La Tour La negazione di Pietro, 1650 Olio su tela, 120 x 161 cm Musée d'arts de Nantes, Francia

La Tour e san Giovanni della Croce

Se la cronaca ci ha restituito un ritratto di artista dal carattere poco amabile e apro, è la sua pittura a farci intuire ciò su cui tacciono le principali fonti storico-artistiche francesi: una profonda spiritualità che sicuramente “ha risentito del successo nelle Lorena del Seicento dei testi, della mistica e della fede di Giovanni della Croce”. Le opere di Georges de La Tour sono tutte permeate da una “riflessione sull’opposizione luce-tenebre, sull’incontro tra Dio e l’uomo e sulla caducità della vita, sulla vanitas”. La mostra milanese offre anche l’occasione per mettere in luce l’inedito aspetto spirituale di un pittore straordinario, non convenzionale ed emozionante.

Ascolta l'intervista a Francesca Cappelletti

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17 giugno 2020, 12:00