Kosovo, insediato il nuovo governo
Elvira Ragosta – Città del Vaticano
Nuovo governo per il Kosovo. A guidarlo è il premier, Avdullah Hoti, che ha ottenuto ieri la fiducia del Parlamento. Ad appoggiare il nuovo esecutivo 61 dei 120 deputati di cui è composta la Camera, in un voto a cui hanno preso parte, però, solo 86 parlamentari. La sessione è stata infatti boicottata dai parlamentari di Vetevendosje, la formazione che guidava il precedente esecutivo. Il nuovo governo è guidato invece dalla Lega democratica del Kosovo (Ldk), formazione di centro-destra, che a febbraio si era coalizzata con Vetevendosje per dar vita all'esecutivo del premier uscente, Albin Kurti, contro il quale a marzo ha presentato la mozione di sfiducia che ha messo fine al suo mandato.
“Nasce effettivamente un nuovo esecutivo, ma non a seguito di elezioni - dice Mauro Ungaro, direttore di Voce Isontina, settimanale della diocesi di Gorizia – e questo è stato il problema seguito alla sfiducia dell’ex primo ministro da parte degli ex alleati della Lega democratica del Kosovo”.
Il capogruppo di Vetevendosje, Rexhep Selimi, ha chiesto la convocazione di nuove elezioni. Proteste contro il voto si sono registrate ieri all'esterno del parlamento, dove la polizia è dovuta intervenire per evitare che alcuni manifestanti facessero irruzione nell'aula. Sempre ieri, il presidente kosovaro, Hashim Thaci, aveva invitato il premier uscente, Albin Kurti, a trasmettere al più presto le sue funzioni al nuovo capo del governo Hoti e a liberare l'ufficio da lui occupato finora. Kurti, sfiduciato in parlamento il 25 marzo scorso, si è sempre opposto alla formazione di un nuovo governo chiedendo nuove elezioni.
Gli obiettivi del nuovo governo
Presentando il programma di governo in Parlamento, il neopremier Hoti ha indicato tre principali priorità della sua azione politica: la ripresa del dialogo con Belgrado, la lotta alla pandemia e la ripresa economica. Riguardo alla normalizzazione delle relazioni con la Serbia, Ungaro aggiunge: “Da un anno e mezzo circa c’era un congelamento dei rapporti tra Serbia e Kosovo, dal momento in cui Pristina ha imposto dei dazi doganali del cento per cento, sia alle merci serbe, che a quelle in entrata dalla Bosnia Erzegovina, altro Stato dell’area balcanica che non riconosce il Kosovo. Negli ultimi tempi dei contatti ci sono stati a livello governativo. Chiaramente, questo nuovo governo dovrebbe imprimere una svolta a portare da una ripresa dei rapporti, ripresa su cui indubbiamente influiscono anche le pressioni americane. Secondo alcuni, un accordo potrebbe essere presto raggiunto con la ridefinizione dei territori di confine”.
Le reazioni
Congratulazioni al nuovo esecutivo sono giunte dall’Unione Europea, che auspica l’avanzamento del lavoro congiunto nelle relazioni Ue-Kosovo. “Vogliamo anche vedere il Kosovo avanzare nel suo cammino europeo. Ciò richiederà determinati sforzi di riforma per rafforzare lo stato di diritto, in particolare la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, e per promuovere lo sviluppo socio-economico – si legge in una nota congiunta dell'Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, e del commissario all'allargamento, Oliver Varhelyi. Una rapida ripresa del dialogo tra Belgrado e Pristina facilitato da Bruxelles con il sostegno del rappresentante speciale dell'Unione, Miroslav Lajcak, è essenziale per raggiungere una completa normalizzazione delle relazioni con la Serbia”. A salutare la nascita del governo guidato da Hoti anche l'inviato speciale Usa per il dialogo sul Kosovo, Richard Grenell. Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente kosovaro, Hashim Thaci, mentre contraria al nuovo esecutivo si è detto il presidente del parlamento del Kosovo, signora Vjosa Osmani, che fa parte dello stesso partito del neopremier e si è rifiutata di presiedere la seduta in cui l'aula ha votato la fiducia al nuovo governo. La premier serba Ana Brnabic da parte sua ha detto di sperare che il nuovo governo darà prova di responsabilità e non porterà avanti una politica populista.
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