Recovery Plan, resta la divergenza di vedute tra gruppi di Stati
Elvira Ragosta – Città del Vaticano
Se la Commissione europea guarda all’inizio di agosto come orizzonte per l’adozione del Recovery Plan, il piano che dovrà aiutare gli Stati membri a superare la crisi economica causata dalla pandemia, nell’Unione restano le divergenze sulle modalità - prestiti e sovvenzioni - e le condizioni degli aiuti. Il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, dopo il vertice di ieri in videoconferenza, ha parlato di “consenso che sta emergendo su diversi fronti, ma - ha aggiunto – su diverse questioni è necessario continuare a discutere”. Restano, dunque, le divergenze tra i Paesi detti “frugali” (Svezia, Danimarca, Austria e paesi Bassi) ed i Paesi del Sud (Italia, Francia, Portogallo e Spagna), con i primi che criticano l’ammontare complessivo del Fondo – 750 miliardi di euro - e vorrebbero che si trattasse soprattutto di prestiti da erogare con vincoli stringenti.
“I Paesi frugali sono essenzialmente contrari – afferma a Vatican News Antonio Villafranca, responsabile dell’area Europa dell’Istituto per gli studi di Politica internazionale (Ispi) - a finanziare i Paesi del Sud che sono anche quelli maggiormente colpiti dalla crisi. Criticano anche i criteri di allocazione dei fondi, siano prestiti o contributi a fondo perduto, perché secondo loro tengono troppo conto della situazione pre-crisi dei Paesi e quindi si rifiutano di accettare d'accordo così com'è”.
I tempi sugli aiuti
Al vertice del Consiglio di ieri la decisione sul piano degli aiuti è stata rinviata al prossimo incontro di Capi di Stato e di governo dell’Unione, in programma a metà luglio. In attesa di trovare un consenso unanime tra i 27 Stati membri, resta la possibilità, paventata ieri dal Cancelliere tedesco, signora Angela Merkel, che gli aiuti del Recovery fund non arrivino prima del 2021. Per l’analista dell’Ispi è abbastanza probabile che si verifichi quanto detto da Merkel perché per far funzionare il Recovery fund bisogna aumentare le risorse proprie dell’Ue. “Questo ovviamente potrà avere un impatto sui cittadini – aggiunge Villafranca- perché le risorse non arriveranno prima. Ma un'altra cosa importante da ricordare è come sia fondamentale che l'accordo politico sul Recovery fund avvenga, per evitare già dal prossimo autunno un aumento dello Spread per alcuni Stati”.
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