Rodriguez: tenteremo di capire come possa svilupparsi un femminismo cristiano
Debora Donnini – Città del Vaticano
Una notizia sicuramente positiva per le donne questo Diploma che punta a presentare una proposta di chiara identità cristiana su un nuovo femminismo che riconosca il contributo femminile nella Chiesa e nella vita pubblica, in particolare in questi tempi di crisi e di cambiamento. L’evento vedrà la partecipazione di 25 leader cattolici di Europa e America che si riuniscono da domani per 15 giorni online, e su invito di Papa Francesco cercherà appunto di riflettere su un autentico femminismo che promuova la partecipazione delle donne alla vita pubblica.
“La questione di un nuovo femminismo – sottolineano i docenti - assume una particolare rilevanza nel contesto attuale in cui i movimenti femministi hanno fatto irruzione nella vita pubblica, così come la legittima richiesta di maggiori spazi per la leadership delle donne e la denuncia di gravi situazioni di disuguaglianza e di abuso all'interno della società. Ci accingiamo ad affrontare questi temi in una prospettiva evangelica in grado di discernere gli aspetti positivi e negativi dei diversi femminismi; il riconoscimento delle legittime denunce di situazioni ingiuste che violano la dignità dell'essere umano, così come il pericolo di strumentalizzazione ideologica che talvolta si è verificata”.
Tra coloro che interverranno, Marta Rodriguez, coordinatrice dell’area accademica e di ricerca dell’Istituto di Studi Superiori sulla Donna presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. “Tenteremo di capire come può svilupparsi un femminismo cristiano”, dice nell’intervista Rodriguez, ricordando che la Dottrina sociale della Chiesa illumina le domande che ci pone la società e la questione del femminismo è di grandissima attualità, specie in America Latina.
Papa Francesco guarda con favore al superamento della discriminazione nei confronti delle donne e dice in Amoris laetitia: “se sorgono forme di femminismo che non possiamo considerare adeguate, ammiriamo ugualmente l’opera dello Spirito nel riconoscimento più chiaro della dignità della donna e dei suoi diritti”. Un percorso, quello di Papa Francesco, che si colloca nella strada percorsa anche da san Giovanni Paolo II che sul processo di liberazione della donna metteva in evidenza come fosse stato “un cammino difficile e complesso, e, qualche volta non privo di errori, ma se sostanzialmente positivo anche se ancora incompiuto per i tanti ostacoli che, in varie parti del mondo, si frappongono a che la donna” sia riconosciuta e valorizzata.
Serve una conversione globale
Quali i passi che con questo corso vuole fare? “Io credo che il percorso sia quello di una conversione globale e sociale”, dice Marta Rodriguez, “perché quest’insistenza di Papa Francesco sulla necessità di superare ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne, non è una novità: è stata una costante nel magistero dei Papi dopo il Concilio Vaticano II e anche prima. Ma dopo il Concilio in modo molto insistente. Paolo VI ne ha parlato, ha seguito con cura anche le conferenze delle Nazioni Unite. Non è mancato un invito e una riflessione dei Papi per togliere ogni ostacolo al pieno inserimento delle donne nel mondo della cultura. Questo era già un augurio si faceva il Concilio Vaticano II. Quindi c’è stata un’attenzione costante. La domanda che ci dobbiamo fare è come mai ancora queste discriminazioni continuino ad accadere, come mai l’abuso è un fenomeno nascosto, la violenza sulle donne e le discriminazioni. Papa Francesco nella Evangelii Gaudium dice che dobbiamo ricordare che il Vangelo ha conseguenze sociali.
La tutela di donne e bambini nasce in ambito ebraico e cristiano. Per Marta Rodriguez è importante recuperare questo e portarlo alla vita perché – sottolinea – “ forse c'è anche una distanza tra quello che la Chiesa dice delle donne è quello che poi i cristiani vivono”. Questo ci chiede una conversione e di capire come tradurlo in pratica
Il valore sociale della maternità
Sul tema della maternità, oggi messa spesso sotto attacco, “si illuminerà un po' l'antropologia filosofica. Bisogna superare le visioni dialettiche e capire che la maternità anche a livello sociale non deve essere vista come un ostacolo alla carriera delle donne, ma è anche un bene sociale che va custodito, e che le donne, quando diventano madri, sviluppano anche tutta una serie di potenzialità che sono una risorsa per il mondo del lavoro”.
Costruire sui punti in comune
Sulla convergenza con altri su alcuni temi, come per esempio il contrasto alla pratica dell’utero in affitto, la Rodriguez sottolinea che “lo sguardo che ispira questo diploma e almeno - dice - che mi caratterizza molto personalmente è quello di capire quali sono i punti in comune con ogni posizione e tentare di costruire da lì. Ben venga un dialogo anche con femminismi e con posizioni che forse non condividiamo in pieno ma è importante costruire sui punti che abbiamo in comune”.
I relatori
La sessione inaugurale del corso sarà tenuta da padre Alexandre Awi Mello, segretario del Dicastero per i Laici, famiglia e vita, che presenterà la sua tesi di dottorato sulla Vergine Maria, icona della donna nella Chiesa, a partire dal pensiero di Papa Francesco. Tra i docenti del corso Flaminia Giovanelli, la prima donna, nella storia del Vaticano, a diventare sottosegretario di un Dicastero, il cardinale Carlos Aguiar Retes, arcivescovo primate del Messico, Austeen Ivereigh, fondatore di Catholic Voices nel Regno Unito, monsignor Thomas Wenski, arcivescovo di Miami, Isabel Capeloa, rettore dell’Università cattolica del Portogallo e prima donna a presiedere i rettori delle Università cattoliche di tutto il mondo, e molti altri esponenti di rilievo a livello internazionale.
Il diploma tra l’altro avrà una certificazione internazionale che sarà rilasciata dall'Accademia Latinoamericana dei leader cattolici e da quattro Università cattoliche latinoamericane: la Pontificia Università del Messico, l'Università Cattolica del Costa Rica, l'Università Cattolica di Tachira in Venezuela e la Finis Terrae University in Cile.
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