Cosa vuol dire il fermo amministrativo della Sea Watch 3
Andrea De Angelis - Città del Vaticano
La notizia arriva nel cuore dell'estate, forse quella più “calda” - non meteorologicamente parlando - degli ultimi anni. La Guardia Costiera italiana ha sottoposto la nave Sea Watch 3 a fermo amministrativo dopo un’ispezione. L’unità battente bandiera olandese, gestita dall'organizzazione non governativa tedesca Sea Watch e ormeggiata a Porto Empedocle, era attraccata nei giorni scorsi dopo il periodo di quarantena successivo al trasferimento sulla nave Moby Zazà delle oltre duecento persone migranti presenti a bordo. Tra loro, almeno 28 sono risultate positive al tampone per il Covid-19. La portavoce Giorgia Linardi aveva così commentato: "Siamo coscienti di operare in un contesto pandemico e ci siamo preparati per mesi per sviluppare e adattare le relative procedure sanitarie, non possiamo però sottrarci al dovere, che dovrebbe essere dei governi europei e non della società civile, di soccorrere queste persone e portarle in salvo".
Irregolarità tecniche e di natura operativa
A distanza di giorni, dunque, il fermo amministrativo. "L'ispezione - si legge in una nota - ha evidenziato diverse irregolarità di natura tecnica e operativa tali da compromettere non solo la sicurezza dell’unità e dell’equipaggio, ma anche delle persone che sono state e che potrebbero essere recuperate a bordo" così come "alcune violazioni alle normative a tutela dell’ambiente marino". La nave è stata sottoposta a "fermo amministrativo" che "permarrà fino alla rettifica delle irregolarità rilevate in sede ispettiva e, per alcune di esse, sarà necessario l'intervento dello Stato di bandiera che detiene la responsabilità della conformità della nave rispetto alle Convenzioni internazionali e alla legislazione nazionale applicabile".
Le conseguenze
“Mi auguro che i tempi siano brevi, certamente questa decisione ha dei precedenti importanti e le conseguenze sono inevitabili, almeno nel breve periodo, ma ci sarà sicuramente un ricorso immediato”. Lo afferma nell'intervista a Vatican News Christopher Hein, docente di Politiche dell'Immigrazione alla Luiss. “Va ricordato che già il 6 maggio scorso la nave Alan Kurdi della Sea Eye è stata sottoposta a fermo amministrativo e sempre per ragioni simili, legate cioè a questioni tecniche”, aggiunge il professore, ricordando come “a due mesi di distanza la nave sia già tornata da un po' di tempo a prestare soccorso in mare”. “Queste decisioni si inseriscono in una politica precisa, purtroppo - afferma Hein - lo devo constatare. Non dobbiamo mai dimenticare - sottolinea – che queste navi umanitarie sostituiscono l'assenza di operazioni da parte degli Stati per prestare soccorso nel Mediterraneo. Ma quali ora le tempistiche? “Adesso ci sarà il ricorso, si chiederà un'immediata decisione del Tar, mi auguro che le conseguenze di questo fermo non si prolungheranno nel tempo, memore anche di quanto accaduto due mesi fa con l'Alan Kurdi. Ma il mio ovviamente - conclude - è solo un auspicio”.
Ieri l'appello del Papa per le persone migranti
In occasione del settimo anniversario del viaggio del Papa a Lampedusa – avvenuto quattro mesi dopo l'inizio del Pontificato, fu il primo viaggio di Francesco -, ieri il Santo Padre ha celebrato una Messa a Casa Santa Marta. Il Papa ha sottolineato che abbiamo una versione “distillata” di quanto accade nei “lager di detenzione” in Libia, nei confronti di coloro i quali arrivano con la speranza di attraversare il mare Mediterraneo. Quindi l'esortazioni a vedere nel volto dei migranti quello del Signore: “Se avessimo ancora qualche dubbio, ecco - ha affermato Francesco - la Sua parola chiara: 'In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me'. 'Tutto quello che avete fatto...', nel bene e nel male! Questo monito risulta oggi di bruciante attualità”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui