Belfast, 15 anni fa il disarmo dell’Ira
Fausta Speranza – Città del Vaticano
Un confronto, quello tra le due fazioni, che si trascina da anni ed anni e che si palesa nel 1921, quando le 26 contee dell'Irlanda del sud, a stragrande maggioranza cattolica, si dichiarano Stato libero. Seguono due anni di guerra civile. Le contee del nord (Ulster), a maggioranza protestante, restano fedeli al Regno Unito.
Le tappe principali
Negli anni Sessanta i cattolici si mobilitano per i diritti civili, segue il conseguente invio dei militari di Londra nell'Ulster per riportare la pace e sedare disordini e violenze. Poi avviene il riarmo dell'Ira all'inizio degli anni Settanta, il Bloody Sunday del 30 gennaio 1972, quando a Derry (Londonderry per Westminster), 14 cattolici vengono uccisi dalle truppe di Londra. Arriva poi il tempo dello scioglimento del parlamento di Stormont di fronte all'aumento degli attentati, l'attentato che nel 1979 uccide Lord Mountbatten, cugino della regina Elisabetta e ultimo vicerè dell'India, il sacrificio di Bobby Sands, membro dell'Ira detenuto nel carcere di Maze, eletto al parlamento di Westminster, che preferisce morire dopo più di due mesi di sciopero della fame. Poi la svolta dell'inizio degli anni Novanta, con l'inizio dei negoziati che riuniscono per la prima volta i partiti unionisti e il governo irlandese, e la storica intesa del 1993 sul futuro politico della Regione, tra il premier britannico John Major e il premier irlandese Albert Reynolds. L'Ira proclamerà un primo cessate il fuoco nel 1994, seguito in ottobre dalle milizie protestanti. Poi un periodo di alti e bassi di quasi un decennio, con le prime istituzioni autonomiste, l'Assemblea dell'Irlanda del Nord, la bomba che compie una strage a Omagh da parte della 'Real Ira', scheggia terrorista che non accetta l'accordo di pace, l'insediamento del governo condiviso fra cattolici e protestanti, le mancate soluzioni del disarmo, le perquisizioni negli uffici dello Sinn Fein nell'Assemblea di Belfast alla ricerca di prove di spionaggio a favore del terrorismo, l'apertura da parte del premier Blair e del premier irlandese Bertie Ahern. Fino al 28 luglio 2005, quando viene annunciato lo storico disarmo e l'impegno ad una soluzione politica per l'Irlanda del Nord. Il risultato di quella giornata ha reso possibile la formazione a Belfast, già nel 2007, di un governo regionale presieduto dal leader degli unionisti, reverendo Ian Paisley, e dal vice Martin McGuinness, ex dirigente dell’Ira.
L’uccisione della reporter e la “nuova Ira”
Il 18 aprile 2019 a Derry in un momento in cui le forze di polizia si fronteggiano con militanti della Oglaigh na hEireann, ovvero la “nuova” Ira, gli spari di militanti della formazione nazionalista colpiscono la reporter Lyra McKee. Aveva 29 anni, era nata a Belfast, era considerata tra i più autorevoli osservatori della situazione in Irlanda del Nord, scriveva per diverse riviste. Per la sua uccisione, la polizia ha arrestato due giovani di 18 e 19 anni residenti a Derry. E’ il momento più tragico al quale ha legato finora il suo nome la New Ira, gruppo formato nel 2012 unendo diverse realtà nazionaliste armate ancora attive. In altre occasioni ha provocato diversi attacchi ma senza vittime. Questo gruppo armato è piccolo, ma letale. Le origini della New Ira risalgono all’assemblea straordinaria che i vertici dell’Ira organizzarono nel 1997, sei mesi prima dell’accordo di pace, in un piccolo villaggio del Donegal. Le decisioni di Gerry Adams non furono approvate all’unanimità. Alcuni se ne andarono in segno di protesta, sentendosi traditi. Erano contrari alla linea della leadership del Sinn Féin e volevano dichiaratamente continuare a battersi con la forza per la riunificazione dell’isola.
Per ricordare il significato della decisione dell’Ira, 15 anni fa, e per sapere quale sia la sensibilità oggi tra le persone sul territorio, abbiamo parlato con la collega Francesca Lozito che da anni segue le vicende in Irlanda del Nord:
Lozito spiega che nel 2005, dopo gli Accordi del Venerdì Santo, si è compiuto un passo che è stato decisivo per la pacificazione. Ricorda i protagonisti a livello regionale ma anche internazionale di tutto il lungo processo di dialogo e poi sottolinea quanto tra la popolazione sia stato importante il lavoro delle chiese locali in tuti questi anni fino ai nostri giorni, sottolineando che viene definito sul territorio “l’ecumenismo del quotidiano”. La giornalista Lozito inoltre spiega che il processo della Brexit, che tanta tensione ha portato nel Regno Unito, paradossalmente in Irlanda ha giocato a favore del dialogo e della collaborazione tra le parti, perché è stato un fattore di unificazione della popolazione irlandese. Problematiche quali la disoccupazione e il carovita hanno prevalso, tra le priorità.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui