Confessa il responsabile del rogo della cattedrale di Nantes
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Le fiamme, lo scorso 18 luglio, si erano sviluppate intorno alle 7.30 del mattino; un rogo innescato in tre diversi punti della Cattedrale gotica di San Pietro e Paolo di Nantes e che aveva distrutto completamente l'organo centrale, frantumato le vetrate e annerito l'interno della chiesa risalente al XV secolo. Le autorità francesi hanno arrestato un volontario della cattedrale, a cui era affidato il compito di chiuderla. Trentanove anni, di nazionalità ruandese, l’uomo – ha detto il suo avvocato – si è liberato di un peso confessando la sua responsabilità.
Sconosciute le ragioni
Era già stato fermato e poi rilasciato ma nel corso di nuovi interrogatori è crollato. Al momento è sconosciuto il movente del suo gesto, per il quale rischia 10 anni di carcere. In Francia, dopo l'incendio di Notre-Dame di Parigi nell'aprile 2019, si è temuto di rivivere lo stesso incubo. In un comunicato, i vescovi francesi avevano dato voce ai sentimenti di tutti i cattolici del Paese, parlando del cuore ferito di chi vede nella cattedrale non solo un patrimonio religioso ma il simbolo della fede cattolica. La Cattedrale di San Pietro e Paolo di Nantes è stata costruita in oltre 450 anni, dal 1434 al 1891, ed era già stata in parte devastata dalle fiamme il 28 gennaio 1972. Un operaio che effettuava riparazioni sul tetto aveva accidentalmente incendiato l'edificio con una saldatrice. La cattedrale di Nantes fu restituita dopo oltre 13 anni di lavoro.
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