Ue: tra aiuti e Brexit inizia la presidenza semestrale della Germania
Michele Raviart – Città del Vaticano
Il futuro del piano di aiuti europei per superare la crisi dovuta al coronavirus e un accordo definitivo con il Regno Unito sulla Brexit saranno le sfide principali del semestre europeo della Germania, che comincia oggi. La “presidenza Corona” è stata definita, e proprio la decisione sul Recovery Fund per aiutare gli Stati membri al prossimo Consiglio Europeo del 17-18 luglio sarà il primo appuntamento importante per Angela Merkel, dopo la presenza all’apertura della prossima sessione del Parlamento europeo l’8 luglio.
L'impegno sul Recovery Plan
La cancelliera, che proprio ieri ha incontrato per la prima volta di persona dopo il lockdown il presidente francese Macron e che ha parlato di “momento della verità per l’Europa”, è infatti una dei promotori del fondo da 750 miliardi proposto dalla Commissione, che per la prima volta prevede l’emissione di titoli del debito dell’Unione Europea. In questo senso il peso economico e politico della Germania nei confronti dei quattro Paesi cosiddetti “frugali” (Olanda, Austria, Svezia e Danimarca), contrari al fondo, potrebbe essere decisivo per il raggiungimento di un compromesso.
La mediazione con i Paesi "frugali"
“È un colpo di fortuna il fatto che il Paese che volente o nolente è il più potente d'Europa in questo momento delicato ha la presidenza di turno dell'Unione Europea”, spiega a Vatican News, Antonio Villafranca, responsabile dell’area Europa per l’ Ispi, “perché chi, se non la Germania, può riuscire a convincere i Paesi del nord, ma anche quelli dell’est Europa ad accettare un compromesso sul bilancio europeo 2021-2027 e soprattutto sul Recovery Fund. In realtà, continua Villafranca, il programma della presidenza è molto lungo, sono oltre quindici pagine, ma è inevitabile che questo semestre verrà ricordato per la capacità o meno della cancelliera Merkel di far fare dei passi avanti all’Unione Europea, con una emissione comune senza precedenti di bond e di titoli che vanno a finanziare prestiti e contributi a fondo perduto per i Paesi più duramente colpiti dal coronavirus".
Un accordo non "ad ogni costo" per la Brexit
A fine anno, poi, il Regno Unito uscirà dal mercato unico europeo e dall’Unione doganale. Da mesi si cerca di raggiungere un accordo che eviti un “hard Brexit”, all’insegna della concorrenza indiscriminata tra le aziende europee e britanniche. La Germania ha sempre considerato necessario un accordo, ma non ad ogni costo. “C’è una linea rossa non superabile per la Germania, ma anche per gli altri Paesi europei, che riguarda il cosiddetto ‘level playing field’”, sottolinea Villafranca, cioè bisogna evitare che la Gran Bretagna fuori dall'Unione Europea faccia concorrenza sleale ai membri dell’UE attraverso una regolamentazione che non risulti tanto stringente quanto quella che noi abbiamo in Europa e che darebbe quindi un vantaggio alle aziende britanniche”.
Le altre sfide
Sostenuta da un consenso personale rinnovato dopo la gestione della pandemia in Germania, Angela Merkel dovrà affrontare anche altri dossier storici dell’Ue, come le migrazioni e i rapporti con Stati Uniti, Cina e Russia. L’Ue deve difendere “i suoi valori e suoi interessi” ed è “meravigliosa”, aveva affermato la cancelliera al Bundestag nei giorni scorsi. Si preannuncia quindi un periodo complesso e si sta valutando una stretta cooperazione di 18 mesi con Slovenia e Portogallo, i prossimi due Paesi cui spetta la presidenza di turno dell’Unione.
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