L'Ue approva il Recovery Fund: un passo che garantisce un futuro migliore a tutti
Alessandro Guarasci e Giancarlo La Vella - Città del Vaticano
I leader europei hanno raggiunto uno storico accordo sul Recovery Fund ed il Bilancio Ue 2021-2027 al termine di un negoziato durato quattro giorni e quattro notti. Il Recovery Fund ha una dotazione di 750 miliardi di euro, di cui 390 miliardi di sussidi e 360 miliardi di prestiti per i paesi colpiti dalla crisi. Il bilancio è stato fissato a 1.074 miliardi. Gli Stati beneficiari dovranno iniziare a ripagare le somme entro la conclusione del prossimo settennio di bilancio Ue, quindi entro il 2027. Il premier olandese, Mark Rutte, si e' detto soddisfatto per i "maggiori sconti" derivanti dai Rebates e ha definito il piano approvato "un buon pacchetto per i Paesi Bassi e per l'Europa". Rutte e' stato il leader dei Paesi frugali. "Con 209 miliardi abbiamo la possibilità di far ripartire l'Italia con forza e cambiare volto al Paese. Ora dobbiamo correre", le parole del premier italiano, Giuseppe Conte. All’Italia andrà il 28%. Soddisfatto anche il primo ministro spagnolo Sanchez: "Oggi gettiamo le basi per una risposta alla crisi del Covid-19 senza dimenticare il domani”, dice. Molto soddisfatta la cancelliera tedesca Merkel. E’ una giornata storica per l’Europa, chiosa il presidente francese Macron.
Una svolta per uscire dalla crisi del coronavirus
“Con questo accordo del Consiglio, il futuro per tutti è l’Europa e l’Italia e la Spagna hanno un futuro”: lo ha scritto il segretario generale della Commissione degli episcopati dell’Unione Europea (Comece), don Manuel Barrios Prieto, inviando i complimenti ai principali protagonisti dell’accordo siglato questa notte tra i capi di Stato e di governo. “Il progetto di unificazione europeo iniziato 70 anni fa continua per il bene di tutti”, ha aggiunto, complimentandosi “in particolare modo” con Angela Merkel ed Emmanuel Macron.
Recovery Fund: primo passo verso un'Europa diversa?
Secondo Angelo Baglioni, docente di Economia Internazionale all'Università Cattolica di Milano, l'approvazione del Recovery Fund è un passo avanti importante , con il quale, forse per la prima volta, l'Unione Europea ha fatto prevalere la logica della solidarietà a quella del confronto sterile. Tuttavia sono ancora in piedi i motivi di frizione con i cosiddetti "Paesi frugali".
E' chiaro, afferma il professor Baglioni, che per parlare di una Ue che ha intrapreso una strada di reale cambiamento vanno realizzate importanti riforme strutturali; vanno snellite e deburocratizzate, ad esempio, le procedure decisionali, una delle quali, come il criterio del voto all'unanimità, causa dei grossi rallentamenti nell'attività legislativa. Questo lo si è visto nel varo del Recovery Fund: sono serviti quattro giorni e quattro notti di serrato dibattito per arrivare ad una conclusione.
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