La vittoria dell’Africa contro il virus della polio
Marina Tomarro - Città del Vaticano
L’Africa è finalmente libera dal poliovirus selvaggio. Ad annunciarlo il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, durante l'incontro virtuale che si è tenuto ieri, organizzato fra i ministri della Sanità e i rappresentanti dei Paesi africani per la settantesima sessione del Comitato regionale Oms per l'Africa. Due dei tre ceppi del virus della polio selvaggia sono stati eradicati in tutto il mondo. Adesso anche l'Africa è stata dichiarata indenne dall'ultimo ceppo rimasto. In questi anni più del 95% della popolazione è stata immunizzata. Nel continente rimane solo la polio derivata dal vaccino, che sarebbe una forma rara del virus che muta dal vaccino antipolio orale e può diffondersi a comunità sotto-immunizzate. Attualmente nel mondo rimangono solo due gli stati colpiti da questa malattia: l’Afghanistan e il Pakistan. L’Oms ha sottolineato che è fondamentale che i Paesi continuino a vigilare su questa malattia, infatti se calano le vaccinazioni, il virus selvaggio della polio potrebbe tornare e diffondersi rapidamente.
Vinta la battaglia ma non abbassare la guardia
“E’ un grandissimo risultato - spiega don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm - frutto di un convergere di un lavoro fatto da più attori, ottenuto dopo una dura battaglia fatta a questa malattia e durata più di 30 anni. Questo vuol dire avere risparmiato la vita a quasi 2 milioni di bambini, che sono stati salvati dalle conseguenze della polio, che in gran parte sono paralisi gravi legate a questo virus che si diffonde con una capacità di contagio molto elevata. Certo che non bisogna abbassare la guardia perché specie adesso con il coronavirus diffusissimo anche in Africa, a causa di vaccini mancati possano saltare fuori questi casi nuovi di poliomelite”:
I bambini principali vittime della malattia
Questa patologia molto diffusa specie nelle zone rurali dell’Africa, negli anni ha causato pesanti danni soprattutto a discapito dei più piccoli. “Quello che noi abbiamo visto - continua a spiegare don Carraro - sono i due grandi prototipi di situazioni: da una parte i bambini che perdevi ed erano preziose vite perse, dall'altra gli esiti della malattia, e sono quelli che ti fanno più male perché poi si trasformano in situazioni di abbandono e di grave emarginazione per questi piccoli. Nelle strade delle capitali infatti, capita di incontrare bambini che chiedono la carità e non riescono a mettersi in piedi perché sono paralizzati a causa proprio della poliomielite, e vederli strisciare per terra è l'umiliazione più grave, sia per quel bambino che è costretto a questa vita sia per chi, come noi, li vede. Perciò da lì cresce forte l'impegno di non far tornare la polio mai più”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui