Su Rai Uno in autunno il film su Chiara Lubich e gli inizi dei Focolari
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Sicuramente Chiara Lubich, una delle figure carismatiche più rilevanti del XX secolo, nata nel capoluogo trentino il 20 gennaio 1920 e morta a Rocca di Papa il 14 marzo 2008, guarderà con simpatia dal Cielo l’iniziativa, la prima in assoluto, di tradurre la sua esperienza di vita in un linguaggio televisivo destinato a tutti. Da sempre, infatti, lei guardava ai mezzi di comunicazione, alle arti, alla musica con grande stima vedendo in essi la possibilità di comunicare il suo ideale, Dio, a quante più persone possibili, raggiungendo chiunque, credenti e non credenti. Se lo scopo della sua esistenza era infatti contribuire al “Che tutti siano uno” (Gv 17,21-23) chiesto da Gesù stesso al Padre poco prima della Passione, non poteva desiderare di meno che arrivare con la sua voce fino agli ultimi confini della terra.
Chiara Lubich a Trento durante gli anni di guerra
Il film in lavorazione in questi giorni ci farà incontrare la Lubich a ventitré anni, semplice insegnante elementare affezionatissima ai suoi alunni con, fin dall’inizio, il suo sogno, quello della fratellanza universale. Ad interpretare Chiara, l’attrice Cristiana Capotondi. “Siamo a Trento, una città oltraggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale – si legge nel comunicato stampa diffuso dalla casa produttrice Casanova Multimedia -. Addolorata per la tragedia che vede intorno a sé, Chiara decide di consacrare la sua vita a Dio, l’unico ideale che le sembra non crollare. Insieme ad un gruppo di amiche si dedica ai bisognosi e nel clima d’odio che il conflitto ha generato, si preoccupa di favorire la riconciliazione, sanare le ferite e progettare un futuro migliore per l’umanità.”
La rivoluzione del Vangelo vissuto
Una decisione non facile da realizzare tanto più in un’epoca storica complessa come quella della prima metà del ‘900 e in una città dove, prima del Concilio, si viveva un cattolicesimo molto tradizionalista, in cui sentir parlare di Vangelo suscitava sospetti e dove suonava strana la scelta di volersi consacrarsi a Dio non in convento, ma nel mondo e insieme ad altre compagne. Nonostante questo, ben presto Chiara Lubich raccoglie attorno a sé una comunità, che diventa poi un Movimento, diffondendosi rapidamente in altre città italiane, in Europa e nel mondo. Sottoposto a un lungo studio da parte della Chiesa, tramite il Sant’Uffizio, il suo carisma viene infine riconosciuto e il Movimento dei Focolari approvato con Papa Paolo VI.
La forza di un amore coraggioso
Saranno quattro le settimane di riprese in Trentino e una tra Roma e Viterbo per scrivere “il ritratto di una donna libera, appassionata, laica e coraggiosa”, focalizzandosi sui primi anni della sua avventura spirituale, quelli fondativi, che vanno dal 1943 al 1950, quei “tempi di guerra” in cui “tutto crollava” e restava solo Dio, come raccontava Chiara stessa. Al centro dei dialoghi di pace di questa figura affascinante e rivoluzionaria, che si proponeva di risolvere i problemi sociali della sua Trento e condivideva i pochi beni con i più poveri, “spiccano – sottolinea il comunicato - la forza dell’amore e la solidarietà che può costruire ponti tra gli uomini di qualunque razza o fede religiosa”.
Un messaggio di fratellanza universale
“La forza di una figura come quella di Chiara oggi – si legge ancora – è di farci guardare l’altro come possibilità, dono, portatore di un seme di verità da valorizzare e amare, per quanto distante possa essere”. Così il suo messaggio che invita alla fratellanza universale risulta di straordinaria attualità e capace anche nei nostri tempi di coinvolgere chiunque, infondendo speranza ed energie positive, al di là delle appartenenze religiose o politiche, di etnia o di nazionalità. Ma come hanno accolto i Focolari l'iniziativa del film? Ce lo dice Lorenzo Russo, dell'Ufficio Comunicazione del Movimento:
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