Il Cile nella morsa del Covid-19 dimentica i minatori sopravvissuti a San Josè
Luca Collodi - Città del Vaticano
Dieci anni fa, il 5 agosto del 2010, 33 minatori rimasero intrappolati nella miniera di San José per il crollo del tetto della miniera, ricca di oro e rame, situata a 45 km a nord della città di Copiapó, nel nord del Cile. Furono bloccati nel sottosuolo a 600 metri di profondità per 69 giorni, riparati in un rifugio con ossigeno e viveri. Nella notte tra il 13 e il 14 ottobre del 2010, nell'arco di un giorno, tutti i minatori furono portati in salvo.
I minatori oggi vivono in povertà
In questi giorni, racconta Claudio Massone, direttore del periodico in lingua italiana 'Presenza', a Radio Vaticana Italia, non si parla dell’incidente accaduto 10 anni fa nella miniera di San Josè, nel nord del Cile. "Tutti sono preoccupati per la situazione del Covid-19 e purtroppo le 33 persone salvate, che 10 anni fa erano ‘eroi’, celebrate sulla stampa e in tv, oggi sono dimenticate. Vivono in povertà e molti di loro non hanno lavoro. Ricevono una pensione dallo Stato pari a circa 300 euro al mese".
Il Cile di oggi in lotta con il Covid -19
Il Paese è bloccato dal virus. Il Cile, prosegue Massone raggiunto a Santiago del Cile, è molto esteso, quindi vi sono situazioni diverse da regione a regione. Nel nord e nel Sud, la situazione è sotto controllo. "Il problema riguarda il centro del Paese, la parte centrale, dove vive e lavora oltre la metà della popolazione cilena. A Santiago, una parte della capitale, da poco non ha più l’obbligo di quarantena, siamo liberi di camminare, però sempre con restrizioni e mantenendo anche per strada la mascherina. Il governo sta dando qualche aiuto economico alle varie categorie professionali. Molti però non possono lavorare e non ricevono lo stipendio mensile".
L’aiuto della Chiesa cilena
La Chiesa lavora nelle periferie delle città più colpite dal Coronavirus. In particolare alla periferia di Santiago, aiutando i più poveri a mangiare. L’iniziativa della Caritas si chiama “La pentola comune” e permette alle persone di mangiare un pasto caldo e completo. "Ma la situazione economica, conclude l'italo-cileno Massone, è molto complicata. "Gran parte del Paese è fermo. Non c'è attività lavorativa e la situazione del Covid-19 rischia di creare nuova instabilità sociale".
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