Oggi la Giornata Onu per le vittime delle sparizioni forzate
Elvira Ragosta – Città del Vaticano
Uomini e donne, a volte anche bambini. Sono centinaia di migliaia, secondo l’Onu, le vittime di sparizioni forzate nel mondo. A loro è dedicata una Giornata internazionale, istituita dalle Nazioni Unite nel 2010. La Dichiarazione dell’Assemblea generale dell’Onu del 1992 definisce sparizioni forzate quelle che si verificano quando "le persone sono arrestate, detenute o rapite contro la loro volontà o altrimenti private della loro libertà da agenti del governo, a qualsiasi livello o sotto qualsiasi autorità, da gruppi organizzati o da privati che agiscono per conto o con il sostegno diretto o indiretto, l'autorizzazione o l'acquiescenza del governo e che poi rifiutano di rivelare il loro destino o il luogo in cui si trovano o di riconoscere che sono private della loro libertà, sottraendole così alla protezione della legge". “La sparizione forzata di persone rappresenta una grave violazione dei diritti umani – sottolinea Rosario Valastro, vice presidente di Croce Rossa italiana e membro della piattaforma Rsl (Restoring Family Links) del Comitato internazionale della Croce Rossa – e prima ancora di una grave violazione del Diritto internazionale umanitario, ove si tratti di una sparizione in un periodo di conflitto armato e quindi di una lesione a tutti i principi di rispetto dell’umanità che da 150 anni a questa parte dovrebbero costituire patrimonio della nostra civiltà”.
Un fenomeno in crescita
Quello delle sparizioni forzate è un fenomeno che preoccupa da anni l’Onu a causa del numero sempre crescente delle vittime in diverse parti del mondo. Un tempo diffuse nelle dittature militari, queste sparizioni si verificano oggi in complesse situazioni, anche di conflitto interno. Le vittime, poi, sottolineano le Nazioni Unite, sono sia le persone scomparse, spesso torturate e minacciate delle libertà fondamentali, ma anche i loro familiari, che, a volte per anni, non hanno notizie del loro caro scomparso. “Le famiglie vivono in una sorta di limbo – continua Valastro - non possono mettersi in contatto con la persona scomparsa, non sanno se sia viva e, se morta, dove poter trovarne i resti. Una situazione di tragedia giornaliera, che ogni giorno toglie un pezzo di speranza. E questa condizione è aumentata nei casi in cui la persona scomparsa è stata deportata o è scappata da una possibile violenza da parte di forze governative, e quindi la stessa famiglia è messa sotto assedio perché ove contattasse il proprio caro lo metterebbe in pericolo”.
La situazione in Europa
"In Europa sono migliaia i casi di persone scomparse rimasti irrisolti e per cui non è stata fatta giustizia, il che costituisce una seria minaccia per i diritti umani. Inoltre, sparizioni forzate continuano a verificarsi attualmente nel nostro continente”, ha dichiarato nei giorni scorsi la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, in vista della Giornata internazionale delle vittime di sparizione forzata, sottolineando come una tappa fondamentale sarebbe la ratifica della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone contro le sparizioni forzate. Un documento approvato nel 2006 dall’Assemblea generale dell’Onu, che mira a punire e a combattere la sparizione forzata in quanto violazione dei diritti umani. A oggi, la Convenzione è stata ratificata solo da 22 Stati membri del Consiglio d’Europa, la maggior parte dei quali non è direttamente interessata dal problema.
Donne e bambini le vittime più vulnerabili
L’Onu pone l’accento anche sulle ulteriori conseguenze di una sparizione forzata. Le donne, ad esempio, sono le più colpite dalle gravi difficoltà economiche che di solito accompagnano una scomparsa. Inoltre, quando la persona scomparsa è una donna, è particolarmente vulnerabile alle violenze sessuali e ad altre forme di violenza. Anche i bambini possono essere vittime di sparizioni forzate, sia direttamente che indirettamente. La scomparsa di un bambino è una flagrante violazione di diverse disposizioni della Convenzione sui diritti del fanciullo, compreso il diritto all'identità, come violazione dei diritti fondamentali del bambino è la perdita di uno dei genitori scomparsi.
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