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Kenya, uno slum di Nairobi Kenya, uno slum di Nairobi 

Kenya, presunta corruzione forniture anti-Covid. Leader religiosi: atto immorale

Dichiarazione dei leader religiosi sui presunti casi di corruzione nella gestione del contrasto alla pandemia nel Paese africano

Vatican News

Indignazione in Kenya per i presunti casi di corruzione nella gestione dei fondi destinati all’emergenza sanitaria per il coronavirus. Il governo di Nairobi ha raccolto 1,9 miliardi di dollari con imposte, donazioni, sussidi e prestiti, ma ad oggi manca una rendicontazione su come siano stati spesi, corroborando i sospetti di malversazioni. La vicenda - riporta il blog dell’Associazione delle Conferenze episcopali dell'Africa orientale - ha provocato manifestazioni di protesta in tutto il Paese per chiedere il licenziamento e il processo dei funzionari corrotti e dei loro complici. Una richiesta alla quale si è unita il Dialogue Reference Group, una piattaforma interreligiosa presieduta dall’arcivescovo di Mombasa, monsignor Martin Kivuva, riunita il 26 agosto a Nairobi per celebrare il 10.mo anniversario della promulgazione della nuova Costituzione del Paese.

La dichiarazione dei religiosi

In una dichiarazione firmata dall’arcivescovo cattolico, i leader religiosi keniani condannano la “folle spirale della corruzione” in cui sta sprofondando il Paese, definendola “immorale e contraria agli insegnamenti di Dio”. Essi chiamano in causa le responsabilità dell’esecutivo e del parlamento a cui spetta il compito di tutelare gli interessi dei keniani: "Vi ricordiamo che ogni volta che favorite la corruzione non adempiendo al vostro mandato di supervisione, state infrangendo il vostro giuramento", scrive monsignor Kivuva. Secondo i rappresentati delle confessioni religiose, la corruzione nel Paese è una conseguenza dell'opacità burocratica nella gestione delle finanze pubbliche che si manifesta in diverse fasi: “Mancanza di dettagli sulle informazioni di spesa fornite al parlamento: mancanza di informazioni sugli appalti; mancanza di un portale informativo completo accessibile al pubblico sui fondi Covid-19; mancanza di informazioni sull'acquisizione e la distribuzione dei materiali relativi al Covid-19”.

Le richieste al governo e al parlamento

La dichiarazione si rivolge quindi al presidente Uhuru Kenyatta affinché i ministeri e i dipartimenti competenti rendano pubblici i dettagli di tutti i fondi ricevuti e spesi per il coronavirus. Si chiede inoltre la pubblicazione dei nomi delle società che hanno ricevuto i fondi e dei beneficiari e di avviare procedimenti penali contro tutte le persone coinvolte in malversazioni. Ai parlamentari i leader religiosi chiedono invece di mettere fine ai loro interminabili bisticci partigiani e di svolgere il loro mandato costituzionale di controllo sulle entrate e uscite dello Stato: “Per una volta pensate a tutelare le vite e gli interessi dei keniani come vi chiede l’articolo 94 della Costituzione del Kenya del 2010”, si legge nella dichiarazione.
Lo scorso 3 maggio, in occasione della Festa del Buon Pastore, i vescovi keniani avevano già espresso in una dichiarazione la loro preoccupazione per l’uso improprio dei fondi pubblici destinati alla lotta al Covid-19 chiedendo di assicurarsi che fossero effettivamente usati per l’emergenza sanitaria. 

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30 agosto 2020, 11:16