Migranti: tensione a Lampedusa, si lavora per svuotare l'hotspot
Marco Guerra – Città del Vaticano
A Lampedusa 307 migranti fra la notte scorsa e stamattina hanno lasciato l'hotspot d,ove ci sono ancora 1.219 persone, con l’ausilio di imbarcazioni della Guardia Costiera e della Guardia di finanza. Sull’isola è poi attesa la prima delle tre ulteriori navi quarantena per mettere in isolamento i migranti affetti da covid.
Il governo convoca i sindaci siciliani
Nell’isola siciliana non si allenta però la tensione: il sindaco Totò Martello durante una riunione con alcune categorie produttive ha prima annunciato poi revocato uno sciopero generale dei servizi e delle attività commerciali. Un'iniziativa nata per protestare sulla gestione degli sbarchi perchè nell’ultimo fine settimana i viaggi dalla Tunisia hanno ripreso intensità con circa 450 nuovi arrivi solo nella giornata di domenica. Uno sciopero revocato dopo una telefonata della Presidenza del Consiglio e l'invito ad un confronto mercoledì prossimo a Roma. Un incontro al quale prenderà parte anche il governatore della Sicilia Nello Musumeci, l'assessore regionale alla Salute ed altri sindaci siciliani delle aree maggiormente interessate al fenomeno migratorio. E torna farsi sentire anche L’Ue con la Commissione per le Migrazioni che assicura di seguire da vicino la situazione e che resta a contatto con le autorità italiane.
La tragedia nel mare calabrese
I flussi tornano ad interessare anche le coste calabresi dove ieri, nelle acque antistante Crotone, si è consumata una nuova tragedia della disperazione. Tre migranti sono morti, uno risulta disperso e cinque sono rimasti feriti, nell'incendio di un barcone intercettato da una motovedetta italiana e che lo stava scortando verso il porto calabrese. "L'intera comunità diocesana che è in Crotone-Santa Severina piange per la morte di questi nostri tre fratelli migranti” scrive in una nota la Curia Arcivescovile di Crotone. Sempre a Crotone questa mattina è arrivato un veliero proveniente dalla Turchia con circa 80 persone, componenti di famiglie con bambini di nazionalità siriana, irachena, curda e afgana.
Naso (Chiese evangeliche) situazione difficile per tutti
“La situazione è difficile sia per gli immigrati, che arrivano esausti dopo un lungo viaggio e non trovano strutture di accoglienza adeguate, dal momento che l’hot spot è oltre la sua capienza; sia per i lampedusani perché la loro isola non riesce a trovare una stabilità e si alzano le tensioni sociali”, così riferisce a Vatican News Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope, programma delle Chiese evangeliche attivo a Lampedusa dal 2013.
Aprire canali regolari
Naso torna quindi a chiedere l’attivazione di reti di protezione per i soggetti più vulnerabili, minori e donne, e il coinvolgimento degli altri Paesi europei. “Solo aprendo canali regolari, stabilendo un numero di ingressi sostenibile e mettendo a punto politiche migratorie che diano una prospettiva di occupazione e integrazione – spiega ancora il coordinatore Mediterranean Hope – possiamo combattere il traffico di esseri umani”.
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