Usa: chiusa la convention repubblicana con l’investitura di Trump
Benedetta Capelli - Città del Vaticano
Fuochi di artificio che illuminano a giorno il National Mall di Washington chiudono la convention che incorona Trump come candidato repubblicano alla Casa Bianca. Davanti a circa 1500 persone il discorso del presidente si concentra sulle emergenze del Paese toccando anche la pandemia di coronavirus, il cui vaccino - assicura Trump - sarà pronto entro l’anno.
Promessi 10 milioni di posti di lavoro
Trump ha criticato il rivale Biden che, se eletto - afferma - distruggerà la grandezza dell'America. Dieci milioni di posti di lavoro promessi in 10 mesi, ulteriore riduzione delle tasse e il ripristino dell'ordine e della legalità nelle città travolte dalle proteste. “Il Paese – ha aggiunto – ama e rispetta la polizia”. Non c’è accenno al ferimento dell'afroamericano Blake ma Trump assicura di aver mostrato vicinanza alla sua famiglia. "Il vostro voto - ha insistito il tycoon - deciderà se proteggiamo le leggi o se diamo carta bianca agli agitatori, ai criminali che minacciano i nostri cittadini". Fuori dalla Casa Bianca non sono mancate le proteste, dentro le ovazioni dei sostenitori di Trump che ha promesso un’America più forte e sicura dopo il 3 novembre, giorno delle elezioni presidenziali.
L’America al confronto
Sulle parole del presidente statunitense Trump si sofferma Paolo Mastrolilli, americanista del quotidiano La Stampa:
R. – Il presidente Trump con il discorso conclusivo della convention ha cercato di fare fondamentalmente due cose. La prima è stata quella di attaccare e demolire il suo avversario Biden dicendo che in sostanza, se eletto, metterebbe a rischio il futuro stesso degli Stati Uniti. La seconda è stata quella di puntare in particolare sul tema della sicurezza per cercare di convincere gli elettori moderati, quelli che ancora non hanno scelto per chi votare, e per cercare di attirarli, basandosi sulle violenze che sono in corso in varie città americane a seguito delle proteste per i contrasti razziali. Lui in sostanza promette di essere il presidente della legge e dell'ordine, dice che invece con una presidenza Biden nessuno sarebbe sicuro in America.
E’ ipotizzabile un cambio di rotta nella politica di Trump alla luce di questi quattro anni, ma anche e soprattutto di quanto accaduto negli ultimi tempi, come ad esempio il coronavirus?
R. – Lui in sostanza durante la convention ha mantenuto la linea del passato. Durante il discorso conclusivo ha parlato poco dei programmi del futuro che però assomigliano a quelli che ha già cercato di realizzare negli ultimi quattro anni. Ha detto che intende creare dieci milioni di posti di lavoro, che vuole far arrivare la prima donna sulla luna e avviare i progetti per conquistare Marte. In realtà non c'è molto di nuovo nell'agenda politica che il presidente ha illustrato durante il discorso conclusivo della convention. C’è stata la rivendicazione delle cose che ha fatto e soprattutto dell’idea di America che lui rappresenta. Sta cercando di consolidare la base e possibilmente attirare qualche voto degli incerti, dei moderati puntando sulla questione della sicurezza.
Da osservatore di fatti americani a questo punto chi esce meglio dalle due convention? Biden o Trump?
R. – Chiaramente Biden ha fatto appello a tutto il Paese, ha criticato come hanno fatto tutti i democratici il comportamento e la linea di Trump non solo per le scelte politiche che ha fatto ma proprio perché come carattere ritiene che non sia adatto a guidare il Paese. Trump punta invece sulla sua base e questa è la sfida fondamentale. Quello che sta accadendo è che i sondaggi naturalmente si stanno aggiustando in base a quello che è successo nelle ultime settimane, si è certamente accorciata la distanza e il vantaggio che aveva Biden nei confronti di Trump. Forse la convention ha aiutato il presidente a rilanciare le sue chance di essere eletto e adesso comincia un serratissimo confronto, da qui a novembre, per un’elezione che sarà molto combattuta a giudicare dalla decisione con cui si sono attaccati i due partiti ed i due candidati nel corso della convention.
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