Più di 4000 bambini nell’incendio di Moria. Unicef: serve nuovo patto Ue sull’asilo
Marco Guerra – Città del Vaticano
L’Unicef, sempre in prima linea nell’assistenza dei minori, fa sapere che dopo gli incendi che, nella notte tra l'8 e il 9 settembre, hanno devastato il campo profughi di Moria, sull'isola di Lesbo, dove in 12 mila migranti sono rimasti senza riparo, tutti i 406 bambini non accompagnati già identificati, che erano stati ospitati all'interno del campo, sono stati immediatamente accolti in un centro dell'Unicef e trasferiti a Salonicco. Questo nel giro di 24 ore dall'incendio, sotto il coordinamento del Segretario Speciale per i minorenni non accompagnati e dell'Oim. Ad Atene intanto si lavora per dare un’accoglienza alternativa ai rifugiati rimasti senza un tetto. Circa 800 persone sfuggite all’incendio sono state trasferite in un nuovo campo temporaneo in via di allestimento, sempre nell’isola di Lesbo, ma la stragrande maggioranza dorme ancora in strada o sui marciapiedi assistiti in qualche modo da organizzazioni umanitarie.
Von der Leyen: una nuova gestione delle migrazioni nell'Ue
Nel suo primo discorso sullo stato dell'Unione a Bruxelles, il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato "che verrà abolito il regolamento di Dublino e verrà sostituito con il nuovo sistema di governance della migrazione a livello europeo”. "Avrà strutture comuni per asili e rimpatri - ha aggiunto - e vedrà un meccanismo di solidarietà molto forte e incisivo". Sempre von der Leyen ha poi fatto sapere che la commissione sta lavorando insieme alla Grecia per un nuovo campo profughi sull’Isola di Lesbo.
Arrestati 5 migranti sospettati per l’incendio
Intanto ieri la Germania ha reso noto che accoglierà oltre 1500 migranti da 5 isole greche, mentre la polizia greca ha arrestato 5 migranti ed ha fermato altre 13 persone nell’ambito delle indagini sul rogo. Secondo il ministro greco della Protezione civile, questi arresti "screditano l'ipotesi che ad appiccare il fuoco sia stato un gruppo di estremisti". Secondo fonti della polizia, i presunti colpevoli sarebbero cittadini afgani le cui domande di asilo sono state respinte.
3800 bambini ancora a Lesbo
“Gli sforzi in corso da parte del governo greco per la creazione di una nuova struttura temporanea a pochi chilometri dal distrutto Centro di registrazione e identificazione di Moria sono certamente considerevoli. Il ministro per le Migrazioni e l'Asilo, Mitarakis, si trova sul posto e prevede che nel corso della giornata saranno disponibili 8 mila posti. Confida che la nuova struttura potrà ospitare fino a 12 mila persone in pochi giorni”, ha spiegato Luciano Calestini, rappresentante dell’Unicef Grecia. L’ Agenzia della Nazioni Unite per l’infanzia ricorda però che nonostante questi sforzi, 3.800 bambini rimangono a Lesbo con le loro famiglie e non hanno ancora una sistemazione adeguata e accesso ai servizi di base. “La speranza immediata - si legge in una nota dell’Unicef - è che questa nuvola nera abbia un lato positivo, che non solo le condizioni migliorino drasticamente per i rifugiati, i migranti e i richiedenti asilo, ma che questo tragico evento acceleri una soluzione duratura per tutti”.
Istruzione e sicurezza per i minori
L'Unicef nel frattempo sta assicurando l’accesso all’istruzione nei campi sulle isole greche. “In un campo che ospita un numero di bambini che è il doppio di quelli che potrebbe contenere, questi hanno bisogno di tutto. Sono state fornite tende dopo l’incendio, ci occupiamo della loro istruzione e facciamo prevenzione rispetto alle violenze e gli abusi che possono subire; c’è anche tutto un lavoro di logistica a favore di chi non trova il proprio genitore”, così il portavoce per l'Italia Andrea Iacomini racconta a Vatican News gli interventi dell’Unicef a favore dei bambini del campo di Moria.
Il nuovo patto Ue per le migrazioni
“La buona notizia è il trasferimento in sicurezza di oltre 400 bambini ma ce ne sono ancora troppi altri che affrontano notti all’aperto – prosegue Iacomini - Di sicuro c’è bisogno che tutti i bambini siano trasferiti in altre strutture sulla terra ferma”. Il portavoce dell’Unicef saluta positivamente l’intervento dell’Ue per la ricollocazione di alcune centinaia di bambini ma ritiene che la vera cartina di tornasole di un’Europa capace di programmare una approccio comune a questo fenomeno sarà il “patto sulle migrazioni e l’asilo”. “Lì capiremo se c’è una volontà reale di cambiare le cose – conclude - o se ci troveremo un’altra Moria davanti agli occhi”.
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