Una maggiore alfabetizzazione per un futuro migliore
Marina Tomarro - Città del Vaticano
Nel mondo sono 250 milioni i bambini che non sanno né leggere né scrivere né contare. Questo dato si è ulteriormente aggravato a causa della pandemia. Infatti dei quasi 1,6 miliardi di studenti le cui scuole hanno chiuso, circa 463 milioni, oltre il 30%, non sono stati in grado di accedere alla didattica a distanza. Le disparità sono particolarmente acute nei Paesi a basso reddito come l'Africa subsahariana, dove quasi il 90% degli studenti non ha accesso a un computer e l'82% non ha Internet da casa. Sono questi i primi drammatici dati che emergono nella Giornata mondiale dell'Alfabetizzazione che viene celebrata oggi. La Giornata è stata istituita dall'UNESCO il 17 novembre 1965 per ricordare alla comunità internazionale l'importanza dell'alfabetizzazione. Anche in Italia, la situazione è molto drammatica, infatti per quanto riguarda la condizione socio-economica delle famiglie in Italia, si stima che siano oltre 1,8 milioni i nuclei in condizioni di povertà assoluta, con 1 milione e 260 mila bambini coinvolti, che spesso hanno grandi problemi di scolarizzazione, e di abbandono scolastico precoce.
Investire sulla scuola per un futuro migliore
“La scuola di fatto è l'argine alle disuguaglianze, alla povertà educativa di ogni persona, - spiega Samantha Tedesco di SOS Villaggi dei Bambini - il posto in cui ogni bambino può essere visto per quello che è, cioè una persona che sta crescendo e che, se adeguatamente supportata, può contribuire allo sviluppo della società. Quindi è fondamentale, quando pensiamo al ritorno a scuola, pensare a tutti quelli che non riescono a tornarvi o che dalla scuola escono, perché anche il fenomeno dell'abbandono scolastico è molto serio e importante. Per questo la scuola deve diventare una priorità per l'opinione pubblica e una priorità di investimento per gli Stati”.
Mattarella: l’alfabetizzazione allontana le disuguaglianze
Anche il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha voluto ricordare questa ricorrenza con un comunicato, in cui ha sottolineato che “investire sull’alfabetizzazione migliorare l’apprendimento, impedire l’analfabetismo di ritorno, significa offrire, a giovani e adulti, strumenti per creare società sostenibili, stabili e inclusive, condizioni idonee a scongiurare conflitti, diseguaglianze ed esclusioni sociali, migrazioni per necessità”. Il capo dello Stato ha poi evidenziato anche quanto la chiusura delle scuole e, nei Paesi dove è stato possibile, l’utilizzo delle tecnologie informatiche per la didattica a distanza, abbiano inciso sull’apprendimento e sui programmi di formazione. “Pur fra grandi difficoltà - ha spiegato - e con il concorso degli insegnanti, i periodi di forzata permanenza a casa sono stati per tanti studenti ragione di accelerazione dell’utilizzo degli strumenti digitali. La Giornata internazionale 2020 può rappresentare, dunque, un’occasione per riflettere sull’utilizzo di metodologie didattiche innovative e per sostenere educatori e studenti nei processi di apprendimento”.
Il mondo che verrà nelle mani dei bambini di oggi
Secondo la ricerca di SOS bambini, strettamente legato al problema dell’istruzione purtroppo vi è il disagio socio economico. Infatti le famiglie più povere sono generalmente quelle con minore scolarizzazione. In Italia la percentuale di uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione dei giovani di 18-24 anni in Italia è al 14,5% rispetto al 10,6% europeo. Nella media dei Paesi dell'Ue, le persone di 30-34 anni che hanno completato un'istruzione universitaria sono state il 40,7%, mentre l'Italia occupa il penultimo posto, con il 27,8%. I giovani italiani risultano meno specializzati e, quindi, dotati di minori possibilità di accedere a posizioni lavorative che garantiscano loro un reddito sufficiente e un'adeguata soddisfazione personale. “La scuola – prosegue la Tedesco - è il luogo in cui crescono i bambini che sono gli adulti del domani, che prenderanno in mano la nostra società e il nostro mondo. Quindi, se non sono adeguatamente formati in questa fascia d'età, non potranno poi da adulti prendersi delle responsabilità nella gestione delle sorti del pianeta. E' questo che dovremmo cercare di capire, perché non si tratta solamente dei piccoli, ma parliamo in generale del futuro del mondo, perché i bambini di oggi saranno gli adulti del domani”
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