Sei mesi fa l’inizio della pandemia di coronavirus
Benedetta Capelli - Città del Vaticano
Uno schiaffo quello che l’Organizzazione Mondiale della Sanità dà alla comunità internazionale. "Non c’è solidarietà": spiega il direttore generale Ghebreyesus, manca una leadership delle potenze mondiali per arginare la pandemia che ad oggi ha provocato più di 900mila vittime, 28milioni di casi, 8 dei quali in America Latina. La fine dell’emergenza non sarà vicina, spiegano da Ginevra, e anche l’Onu invoca “un salto di qualità” nei finanziamenti per i vaccini – il programma ha raccolto meno di 3 miliardi di dollari – 9 sono in fase finale su 35, si prevede una vaccinazione diffusa non prima della metà del 2021.
Cure per tutti
Papa Francesco, nelle catechesi all'udienza generale dedicate alla pandemia di coronavirus, ha più volte ribadito la necessità di curare tutti, senza alcuna distinzione. Mercoledì, 19 agosto, aveva invocato attenzione per i più fragili soprattutto nelle vaccinazioni:
Sarebbe triste se nel vaccino per il Covid-19 si desse la priorità ai più ricchi! Sarebbe triste se questo vaccino diventasse proprietà di tale o quale nazione e non sia universale e per tutti. E che scandalo sarebbe se tutta l’assistenza economica che stiamo osservando – la maggior parte con denaro pubblico – si concentrasse a riscattare industrie che non contribuiscono all’inclusione degli esclusi, alla promozione degli ultimi, al bene comune o alla cura del creato.
I contagi in aumento
Intanto i contagi continuano ad aumentare, l’India registra il più altro numero di casi mai registrato prima in sole 24 ore: 96.551 infezioni, portando a 4.562.414 il totale delle persone contagiate, circa 76.271 le persone che hanno perso la vita per complicanze legate all'infezione, 1.209 in più rispetto a ieri. L'India è il secondo Paese più colpito dal Covid-19 al mondo. In Francia nelle ultime 24 ore sono stati registrati poco meno di 10mila casi, si attende una nuova stretta nelle misure. Israele, entro domenica, ufficializzerà la decisione di fermarsi per due settimane. Gli Stati Uniti restano il Paese più colpito e da qui arrivano le dichiarazioni del presidente Trump che si difende dall’accusa di aver mentito sul coronavirus, sminuendone la portata pur conoscendo i rischi, come invece denuncia nel suo libro il giornalista Woodward. “Non ho mentito – ha replicato - quello che ho detto è che non bisognava cadere nel panico".
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