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Scuola: Alto Adige apre anno post Covid Scuola: Alto Adige apre anno post Covid 

Oltre il coronavirus, suona la campanella nelle scuole dell’Alto Adige

Continua a salire il bilancio della pandemia di coronavirus nel mondo. Superati i 27 milioni di contagi e 880 mila decessi. Sempre più preoccupante la situazione in India, dove i contagi sono oltre 4 milioni. Aumentano i casi anche in Europa, in particolare in Spagna e Francia e Portogallo. In Italia intanto hanno riaperto oggi le scuole a Bolzano e in Alto Adige

Marina Tomarro - Città del Vaticano

Con oltre 6 milioni e 189 mila morti, di casi gli Stati Uniti restano il Paese più colpito al mondo dal coronavirus, mentre l’India supera il Brasile per il numero di contagi: sono oltre 90 mila i nuovi casi nelle ultime 24 ore. In Israele per contenere i contagi, il governo ha deciso nuove norme di sicurezza. Coprifuoco notturno e scuole chiuse per 40 città del Paese ebraico dichiarate zone rosse. Gli abitanti, dalle ore 19 alle 5 del mattino, dovranno restare a casa. In Italia aumentano i ricoveri in terapia intensiva, ed è atteso per oggi il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che dovrebbe confermare le indicazioni assunte il 7 agosto, con degli aggiornamenti relativi al comparto Scuola che riaprirà il prossimo 14 settembre.

Si torna a scuola in Alto Adige

Intanto i primi a tornare tra i banchi sono stati già da oggi gli studenti di Bolzano e dell’Alto Adige, provincia autonoma, dove come di consueto la scuola fa partire l'anno prima delle altre regioni. L'anno scolastico ha preso il via tra le stringenti misure di sicurezza imposte dall'emergenza sanitaria, con distanziamenti, attenzione all'igiene delle mani e mascherine per i più grandi. E riaprono gli asili anche da Milano a Vo', il comune padovano che registrò il primo decesso per Covid, il 21 febbraio scorso.

Le speranze e i timori per il nuovo anno

“Le principali difficoltà - spiega Riccardo Aliprandini, dirigente scolastico dell’Istituto di istruzione secondaria Gandhi a Merano -  derivano ancora da alcune incertezze normative a livello nazionale, che probabilmente potrebbero chiarirsi nel corso di questa settimana. Per il resto, abbiamo lavorato veramente tutta l'estate e in particolare durante il mese di agosto, per rendere questa partenza possibile”.

Ascolta l'intervista a Riccardo Aliprandini

In che modo vi siete organizzati per questo nuovo anno scolastico?

R - Ci siamo organizzati su più fronti. Da un punto di vista, diciamo strutturale, ci siamo impegnati per un primo aspetto nel monitorare e mappare le aule per garantire la distanza di un metro per i vari banchi, e abbiamo organizzato tre distinti ingressi per i vari studenti. Per il secondo aspetto abbiamo dovuto individuare le misure organizzative migliori rispetto al nostro contesto, perché la Direttiva che ci è arrivata, era quella di ripartire tutti in presenza. Quindi abbiamo ipotizzato nel corso dell'estate svariate possibilità di soluzioni, capendo quali fossero le misure organizzative adatte al nostro contesto. Parallelamente abbiamo individuato un sistema che abbiamo chiamato di “semaforo rosso”, sulla didattica a distanza, partendo dall'esperienza dello scorso anno scolastico, ma migliorandola anche sulla base delle linee guida che sono intervenute sia a livello nazionale che sulla provincia di Bolzano.

Quali sono stati anche le reazioni degli studenti e dei professori in questo giorno di riapertura?

R - È presto per dirlo. Intanto c'è un gruppo di docenti che mi ha aiutato nel corso dell'estate. Li ho visti in parte preoccupati, però anche contenti di ripartire in presenza. Per quanto riguarda gli studenti mi sono sembrati abbastanza sereni, ma anche ligi nel rispettare le nuove regole. Li ho visti arrivare tutti con la mascherina. Poi ho incontrato nei giorni precedenti le famiglie degli alunni delle prime classi e mi sono sembrati riconoscenti di questi incontri che abbiamo fatto prima dell'inizio dell'anno scolastico. Questa che viviamo è una situazione di equilibrio tra il timore che c'è, ed è inevitabile, e il desiderio di ritornare dopo più di 6 mesi di lontananza.

Che cosa si augura per questo nuovo anno scolastico?

R - Di poter continuare in presenza, sperando che non ci siano episodi di contagio all'interno della scuola e che poi pian piano tutte queste misure entrino un po' anche nel vissuto quotidiano sia dei ragazzi che dei docenti, e vengano così metabolizzate, ma servirà un po' di tempo perché succeda questo.

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07 settembre 2020, 13:46