Mali, il Paese è in ginocchio ma il popolo spera nella pace
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Il Mali non smette di sperare: ora che il vecchio presidente Ibrahim Boubacar Keita, è ormai fuori dai giochi, ricoverato in ospedale ma libero dalla detenzione cui lo ha costretto dal 18 agosto la giunta militare al potere, la pace è l'aspirazione più grande per tutti anche se le condizioni ancora non ci sono. Grazie alla lunga mediazione della Comunità economica degli Stati dell’Africa dell’Ovest (CEDEAO), si è arrivati alla decisione di una transizione verso un sistema democratico civile che coinvolga ampie fasce della società civile. Per questo i due giorni di consultazioni previsti per il 5 e il 6 settembre.
Da Bamako per capire meglio il contesto difficile in cui vive oggi la popolazione, ci parla suor Elisa Azzalin, originaria di Pavia, da 30 anni in Africa con le missionarie dell'Immacolata Regina Pacis :
R. - Il popolo sta vivendo un momento di speranza dopo aver vissuto tanti momenti difficili e duri. Sperano che con questa transizione che stanno preparando, si possa arrivare a vivere finalmente in pace.
Quale è la condizione del Paese e quali sono i pensieri e le speranze della popolazione?
R. - In realtà è ancora tutto bloccato, non c'è sicurezza da nessuna parte, e poi c'è il grande problema dell'educazione e delle scuole, un vero disastro. Tutto è fermo, tutto è bloccato, praticamente un anno perso: prima per gli scioperi poi il resto. Questo dell'educazione è un problema grande. Ma la gente spera proprio in un futuro migliore.
E la vostra presenza che margini di azione ha ?
R. - Noi siamo vicini alle nostre comunità cristiane che sono in minoranza. E poi facciamo servizio nelle prigioni e alle donne e ad un centro di ragazze madri.
Quindi è una vicinanza e un incoraggiamento soprattutto per le fasce deboli e per le nuove generazioni, perchè abbiano un futuro?
R - Sì, speriamo che si riesca veramente a risolvere questa situazione. Il Mali è proprio crollato. Comunque questi nuovi capi vogliono fare le cose per bene , almeno così dicono, come tutti all'inizio; poi c'è da vedere quello che succede. Sembra che queste nuove persone al potere abbiano proprio il desiderio di lavorare col popolo, quindi stiamo a vedere cosa succede.
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