Riaprono le scuole, il preside di Vo' Euganeo: investire in formazione
Alessandro Guarasci - Città del Vaticano
Ultimi preparativi per la riapertura della scuola, il 14 settembre, dopo la pandemia di coronavirus. Sabato 26 a Roma grande manifestazione dei sindacati proprio per ribadire il valore della formazione. Gli uffici scolastici regionali intanto sono alla ricerca di nuovi spazi per garantire la massima sicurezza. In arrivo 11 milioni di mascherine per gli studenti, che dovranno essere indossate all’entrata e all’uscita, anche se per il virologo Andrea Crisanti, “andrebbero indossate anche seduti al banco, specialmente se si inizia una conversazione”. Quest’anno, il presidente Sergio Mattarella lunedì 14 inaugurerà l’anno scolastico a Vo’ Euganeo, luogo simbolo dell’epidemia di coronavirus nella provincia di Padova. Alfonso D'Ambrosio, dirigente scolastico dell'IC 'Lozzo Atestino' della cittadina veneta dice che “serve riportare la scuola al centro delle politiche nazionali ed europee. Serve una maggiore sinergia tra famiglie e scuole, e poi è necessario investire su una serissima formazione dei docenti, e questo è quello che farà la grossa differenza”:
La comunità di Vo’ Euganeo è stata tra le prime a risentire dell’impatto della pandemia di Covid. Le attività didattiche come ripartiranno?
R. - L’anno scolastico per noi è caratterizzato da due momenti importanti. In accordo con le linee regionali del Veneto che ci indicavano di aprire dal primo settembre, noi abbiamo accolto questa richiesta, decidendo di aprire il 7 settembre per i piccolissimi. C'è una motivazione di cura, perché l’inserimento avvviene con la mamma e col papà, visto che parliamo di bambini di 3 anni. Poi il 14 settembre ci sarà la festa della scuola italiana, quindi non solo della scuola di Vo, scelto dal presidente come luogo simbolo, ma di tutta la scuola italiana. Nel contempo arriveranno 120 banchi e sedie tradizionali del commissario Arcuri. E poi abbiamo investito in arredi sempre più funzionali, in attività laboratoriali.
Come sta vivendo, in questo momento, la vostra comunità l’attenzione nei confronti della scuola?
R. - La nostra comunità sul sostegno alla scuola si è unità più che mai. Ma ci sono anche persone che non capiscono. l'attenzione mediatica, l'investimento economico, che si è fatto per la scuola. Lo vedono come un sottrarre risorse ad altre cose. E comunque, ripeto, in generale c’è unità sull’importanza del sistema educativo. Noi abbiamo organizzato due grossi eventi: il festival della Scienza euganea, e poi eventi che si chiamano appunto “Aspettando Mattarella”. Li abbiamo pensati in luoghi simbolo del nostro territorio. In questo ci aiuteranno anche scuole vicine.
Lei vede il sistema scolastico, in questo momento, preparato per affrontare la ripartenza?
R. - Per la ripartenza io sono fiducioso, e le scuole sono preparate nel momento in cui si sentono autonome. Purtroppo c’è una parte su cui non possiamo intervenire. Nel momento in cui le parlo, su 86 insegnanti, io nell’ultimo collegio docenti ne avevo 53. Purtroppo, ad oggi, le prime due settimane di scuola non potremo garantire la mensa. Chi arriverà poi andrà formato, magari saranno insegnanti che entreranno per la prima volta nella scuola. Manca anche personale collaboratore scolastico, perché è chiaro che i collaboratori qui saranno fondamentali nella sanificazione, ma anche nella sorveglianza degli alunni. Ma questo non dipende da noi.
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