Covid: i disabili rischiano un passo indietro riguardo socialità e inclusione
Marco Guerra – Città del Vaticano
La pandemia ha influito sulle vite di tutte le persone e di tutte le famiglie, ma ha messo particolarmente in risalto i problemi e le necessità delle persone con disabilità. Il sistema di servizi a loro dedicato non è stato sempre in grado di rispondere ai bisogni di socialità, assistenza, riabilitazione e inclusione. Piuttosto che adattarsi alle esigenze dell’emergenza sanitaria molte strutture hanno ridotto, o persino sospeso, i loro servizi di prossimità. Oltretutto le associazioni di categoria hanno denunciato una capacità di risposta delle rete assistenziale e di promozione a “macchia di leopardo”, per cui accanto a livelli assistenziali di eccellenza riscontrabili prevalentemente nel centro-nord si sono verificate gravi carenze nei servizi domiciliari e nei centri diurni al centro-sud.
Anffas: si riconosce il ruolo dei caregiver
In questa cornice l’Assemblea nazionale Anffas (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) ha approvato questa estate una mozione inviata al governo in cui si chiede che “si metta finalmente mano all’emanazione dei Lep (Livelli essenziali degli interventi e delle prestazioni sociali), con un apposito finanziamento statale di almeno 5 miliardi a cui si aggiunge altrettanta somma già in atto messa a disposizione da Regioni ed enti locali; si provveda all’innalzamento delle indennità e delle pensioni per le tutte le persone con disabilità, tali da superare almeno la soglia di povertà; si adotti urgentemente una legge che riconosca e sostenga il ruolo dei caregiver familiari; si predisponga un’apposita legge che abroghi gli istituti dell’interdizione e dell’inabilitazione, previo rafforzamento della legge sull’amministrazione di sostegno”.
Conte: attenzione ai disabili
Nel frattempo, ieri sera, nella conferenza stampa in cui ha illustrato l’ultimo dpcm, il primo ministro italiano, Giuseppe Conte, ha detto che l’esecutivo presta massima attenzione alle persone con disabilità e alle loro famiglie. “Siamo consapevoli delle vostre difficoltà - ha aggiunto - e saremo vicino ai vostri bisogni. La situazione è critica, il governo c'è ma ciascuno deve fare la propria parte", tuttavia al momento non sono state ancora rese note specifiche misure di sostegno mondo della disabilità.
Contardi(Aipd): rilanciare progetti di inclusione
Anna Contardi, coordinatrice nazionale dell’Associazione italiana persone down (Aipd), intervistata da Vatican News ritiene che l’Italia, durante la pandemia, si sia concentrata soprattutto sull’implementazione di iniziative protezionistiche nei confronti delle persone con disabilità, mentre ora sarebbe arrivato il momento di rilanciare le politiche di promozione e inclusione, soprattutto garantendo l’istruzione scolastica e l’accesso al mondo del lavoro.
Il bisogno di socialità
“Incontrare gli altri e scambiare un sorriso sono esperienze che cambiano la vita di una persona disabile. Noi abbiamo lavorato su percorsi di autonomia, dove piccoli gruppi di ragazzi con sindrome di down si incontravano anche semplicemente per andare al cinema, tutto questo con il lockdown si è interrotto, le modalità di incontro a distanza non sono la stessa cosa per persone che comunicano poco verbalmente”, spiega ancora Contardi.
Garantire il ritorno a lavoro
Secondo la coordinatrice dell’Aipd non si è pensato, ad esempio, a come far tornare a lavoro chi non corre particolari rischi per la salute: “Il benessere di una persona è fatto di tanti aspetti non solo di quello fisico, non bisogna considerare i disabili sempre dei malati”. L’Italia, ricorda Contardi, è infatti uno dei Paesi più virtuosi per quanto riguarda l’inclusione lavorativa con un 13,5% di adulti con sindrome di down che lavorano nel libero mercato. “La speranza è che questo processo non si interrompa – prosegue – i segnali positivi ci sono, dopo il lockdown gli occupati sono quasi tutti tornati a lavoro, ma registriamo un preoccupante rallentamento dei nuovi ingressi nella fase di tirocinio”.
Differenze tra regioni
In generale l’Aipd ha registrato una pausa degli interventi riabilitativi e di inclusione in tutta Italia, le esperienze virtuose di proseguimento dei progetti sono quasi un’esclusiva delle regioni del centro-nord. Per quanto riguarda la scuola invece è stato fondamentale tornare in classe.
Supportare l’associazionismo
La coordinatrice Contardi chiede infine al governo che siano garantiti il più possibile i servizi legati alla scuola, ambito in cui registrano ancora forti ritardi sulla didattica, e venga anche supportato il mondo del “privato sociale” che fa fronte a quei bisogni più difficili da cogliere come l’intervento domiciliare, il supporto psicologico e didattico. “L’associazionismo è una grande risorsa del paese che riesce supportare le famiglie, prima che gli interventi pubblici si attivino con efficacia”.
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