Covid: Ue verso approccio comune. Bova (Forum sociosanitario): cittadini vogliono chiarezza
Marco Guerra – Città del Vaticano
Test, tracciamenti, vaccini e un armonizzazione del periodo della quarantena, questi i temi al centro del vertice della Consiglio Europeo, al via il 29 ottobre in videoconferenza, per mettere a punto una strategia comune contro la pandemia del Covid 19. La riunione dei 27 leader Ue si è chiusa con l’intento di intraprendere la strada della solidarietà e della coesione.
Michel (Consiglio Ue): tutti sulla stessa barca
"Siamo qui perché siamo tutti sulla stessa barca, siamo di fronte a una crisi seria e severa ci mette a dura prova. I numeri stanno aumentando dovunque in Europa, la coesione e la solidarietà sono fondamentali". Il messaggio lanciato Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, al termine del vertice, attinge alle parole pronunciate da Papa Francesco lo scorso 27 marzo sul sagrato della Basilica di San Pietro con la piazza vuota. Il Santo Padre pregò per la fine della pandemia, parlando di un tempo sferzato dalla tempesta:
Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda.
Sulla scia delle parole del Papa
A distanza di sette mesi i capi di governo dei Paesi Ue convergono quindi sulla necessità di mettere a punto misure di prevenzione e contrasto al virus condivise. “Abbiamo parlato anche dell'armonizzazione dei periodo di quarantena per chi ha avuto contatti con i positivi al Covid" ha spiegato ancora il presidente del Consiglio europeo, secondo il quale lo sforzo sarà concentrato anche sui test, sulle politiche di tracciamento e sui vaccini perché "sono questi i mezzi essenziali per fermare la diffusione del virus". Sarà inoltre elaborato un modulo coordinato per la localizzazione dei passeggeri e coordinare il tracciamento durante i viaggi con l'obiettivo di "avere un modulo unico europeo entro la fine dell'anno".
I trasferimenti dei pazienti
La collaborazione riguarderà anche l’ambito dei ricoveri e dei posti letto. In questa direzione va l’annuncio della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: "Abbiamo stanziato 220 milioni per finanziare il trasferimento transfrontaliero di pazienti dove è necessario". Tale azione, precisa von der Leyen, si basa "su una condivisione di dati assieme alla piattaforma Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie)" anche sui "letti a disposizione in terapia intensiva".
Riuniti anche i ministri della Salute
Questa mattina si sono riuniti in teleconferenza anche i ministri della Salute dei 27 Paesi membri, sotto il coordinamento della commissaria europea Stella Kyriakides, la quale ha ribadito che un approccio congiunto è “l'unica via da seguire” e ha invitato tutti a dare alle misure di isolamento "maggiore coerenza e prevedibilità per conquistare la fiducia dei cittadini". "Tra poche settimane - ha aggiunto – proporremo un approccio europeo alle quarantene: l'unica via da seguire può essere una soluzione europea concordata congiuntamente".
Bova (Forum sociosanitario): serve chiarezza
“Un approccio comune è un fatto positivo che crea una nuova mentalità, perché fa chiarezza e la chiarezza rasserena le persone” così il dottor Aldo Bova, ortopedico e presidente del Forum della Associazioni sociosanitarie cattoliche. “La mancanza di chiarezza e serenità provoca tanti altri problemi che ostacolano la lotta alla pandemia – prosegue Bova – ad esempio le persone cardiopatiche o con tumori e che hanno bisogno di terapie molte volte non vanno in ospedale perché hanno paura del covid, vedendolo come un mostro di cui non si conosce l’entità”.
Più medici per il Sud
Il presidente del Forum della Associazioni sociosanitarie cattoliche apprezza poi la volontà di riservare il vaccino ai soggetti più fragili e vulnerabili definendolo “un indice di umanità”. Secondo Bova le parole del Papa sono state importanti perché si calano nella “quotidianità concreta”, perché “solo insieme possiamo affrontare questa pandemia”. Il medico ritiene quindi che il sostegno dell’Ue vada sfruttato per rafforzare la sanità nelle regioni del Sud Italia che soffrono della carenza di decine di migliaia di medici e paramedici.
Rafforzare le strutture territoriali
Infine pur ritenendo fattibile un piano di trasferimento dei pazienti covid tra Paesi Ue, Bova giudica più necessario il rafforzamento delle strutture territoriali per gestire il primo approccio dei pazienti “perché tante persone si recano negli ospedali anche non avendone bisogno”.
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