Ristoranti contro la fame: l'impegno degli chef per fermare la malnutrizione
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
Pietanze, pizze e panini solidali. Solo 2 euro, 1 euro o 50 centesimi per partecipare alla grande sfida di ridurre la fame nel mondo. Questo quanto si può donare, scegliendo con un piccolo sovrapprezzo un piatto solidale in uno dei locali che sinora hanno aderito alla Campagna “Siamo tutti sulla stessa tavola”, lanciata dall’organizzazione “Azione contro la fame”. Proseguono, intanto, le iscrizioni: chef e ristoratori, anche nelle prossime settimane, potranno iscriversi all’iniziativa promossa per incoraggiare la ripresa del settore e, allo stesso tempo, per offrire una mano alle comunità più vulnerabili vittime della malnutrizione e colpite, ora, anche dal Covid-19. Questo l’auspicio di Daniele Maio, promotore dell’iniziativa “Azione contro la fame", che ha partecipato al webinar di presentazione della Campagna
Un piatto solidale contro la fame
Sono già 80, in Italia, i ristoranti e le pizzerie che, in questi primi giorni di apertura delle iscrizioni, hanno accolto l’appello di "Azione contro la fame" a partecipare all’edizione 2020 di “Ristoranti contro la fame”. Chi ha aderito al progetto, già in occasione della prossima Giornata mondiale dell’alimentazione, in programma venerdì 16 ottobre, potrà proporre ai propri clienti un “piatto” o una “pizza solidale”; altri ancora sono impegnati, al momento, a formalizzare il proprio impegno teso a promuovere, all’interno dei propri locali, la Campagna. I ristoratori, hanno mostrato una sensibilità particolare nell’aderire a questa iniziativa. Lo conferma il noto chef, Roberto Carcangiu.
Un impegno comune
“Insieme possiamo farcela”, questo il leit motiv di “Ristoranti contro la fame”, giunta al sesto anno consecutivo, per raggiungere due obiettivi, entrambi importanti, aggravati dalla pandemia: far regredire la fame nel mondo e risolvere la crisi economica del settore della ristorazione. “Azione contro la fame”, in questi anni, ha trovato ospitalità in oltre 700 attività della ristorazione italiana. Ha, inoltre, raggiunto oltre 500 mila persone e, soprattutto, raccolto 350 mila euro: una cifra che corrisponde, esattamente, al valore di trattamenti salvavita con cibo terapeutico utili per far fronte alle esigenze di 16 mila bambini affetti da malnutrizione. Licia Casamassima, di “Azione contro la fame”, afferma che tutti possiamo contribuire, anche con poco, per raggiungere un grande obiettivo e il Covid-19 ci ha insegnato che non possiamo da soli combattere una sfida così grande.
690 milioni le persone che soffrono la fame nel mondo
Occorre, dunque, un piccolo contributo per aggiungere, idealmente, un posto a tavola per uno dei tanti bambini che vivono nelle aree più povere del Sud del mondo. “Ristoranti contro la fame”, in particolare, racconterà al grande pubblico quanto ancora sia attuale la piaga della malnutrizione, un fenomeno che oggi non cenna a placarsi, anche in considerazione della rapida diffusione del coronavirus. La pandemia, afferma Simone Garroni, direttore generale di “Azione contro la fame”, ci ha insegnato a vedere come siamo interdipendenti l’uno dall’altro.
Secondo il rapporto sullo “Stato della Sicurezza Alimentare e della Nutrizione nel Mondo (SOFI)”, quasi 690 milioni di persone sono attualmente affamate, con un incremento di 60 milioni negli ultimi 5 anni, e altri 265 milioni rischiano di essere trascinati, entro quest’anno, nell’alveo della vulnerabilità a causa della pandemia. La solidarietà, anche attraverso un piccolo contributo, sarà il modo migliore per sostenere la ristorazione italiana, alla ricerca di una difficile ripresa dopo il lockdown e, allo stesso tempo, risollevare le sorti di uomini, donne e bambini colpiti dalla fame e dalla malnutrizione.
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