Terza età: con la pandemia cambia il modo di vivere l’invecchiamento
Marina Tomarro - Città del Vaticano
Capire come il coronavirus ha cambiato il modo di affrontare l’invecchiamento. Questo il tema scelto per Giornata Internazionale delle persone anziane, di cui quest’anno ricorre il trentennale. Il tasso di mortalità degli ultraottantenni in tutto il mondo, dall’inizio della pandemia, infatti, è stato di cinque volte superiore alla media globale. Tanto da essere definita la strage dei nonni. Ma il bilancio potrebbe essere ancora più pesante, soprattutto in Europa. Sono i drammatici dati che raccontano della morte di tanti anziani causata dal Covid-19, e della sofferenza che questa pandemia ha portato alle persone della terza età, spesso isolate in strutture di assistenza, o nei peggiori dei casi, soprattutto nei Paesi più poveri, abbandonati a loro stessi senza nessun sostegno sanitario. “È una tragedia umana inimmaginabile – ha detto il direttore dell’Oms per l’Europa, Hans Kluge - la pandemia ha messo sotto i riflettori gli angoli più ignorati della nostra società. In Europa le case di cura sono state spesso trascurate, ma non dovrebbe essere cosi”.
La preghiera di Papa Francesco per gli anziani
Anche il Papa in questi mesi ha spesso ricordato nelle sue preghiere gli anziani, come nella Messa mattutina a Santa Marta il 17 marzo scorso scorso, dedicata proprio ai nonni. “Io vorrei – ha sottolineato il Pontefice - che oggi pregassimo per gli anziani che soffrono questo momento in modo speciale, con una solitudine interna molto grande e alle volte con tanta paura. Preghiamo il Signore perché sia vicino ai nostri nonni, alle nostre nonne, a tutti gli anziani e dia loro forza. Loro ci hanno dato la saggezza, la vita, la storia. Anche noi siamo vicini a loro con la preghiera”.
Il Decennio dell’invecchiamento sano
Proprio per evitare che le persone anziane vengano trascurate, ancora in occasione della Giornata, viene lanciato il Decennio di azione globale dell’invecchiamento sano (2020-2030) cioè un’opportunità per riunire governi e società civile per dieci anni di azione collaborativa per migliorare la vita delle persone anziane, delle loro famiglie e delle comunità in cui vivono. Tra le principali priorità la solidarietà intergenerazionale e l’allineamento dei sistemi sanitari e assistenziali ai bisogni delle popolazioni che invecchiano.
Gli anziani: parte attiva della società
Se, tuttavia, da una parte il Covid ha rappresentato per gli anziani una situazione di forte rischio, dall’altra ha messo in evidenza quanto la loro presenza sia importante per tutta la società. “Solo in Italia, - spiega Roberto Pili presidente della Comunità Mondiale della Longevità - ci sono circa 4 milioni di anziani che non lavorano più per motivi anagrafici, ma che hanno ancora molte energie, che sentono di dover offrire per delle buone cause. E questo è dimostrato dal fatto che migliaia di loro sono stati richiamati proprio durante il lockdown. E non mi riferisco solamente - prosegue Pili - ai medici e infermieri, ma anche alle tante persone che sono state preziose nelle associazioni di volontariato, per supportare concretamente la vita delle famiglie e degli anziani più fragili”. Diventa quindi fondamentale non trascurarli soprattutto dal punto di vista sanitario. “È necessario sviluppare una medicina che sia proattiva e che vada ad anticipare, tramite esami adeguati e senza lunghe attese, le malattie che possono colpire gli anziani – continua il presidente della Comunità Mondiale della Longevità –, questo permetterebbe a milioni di persone che vanno avanti con l'età di essere non più un peso, ma protagonisti attivi e quindi una risorsa per il Paese, con lo sviluppo della cosiddetta economia d’argento”
Anteas: un aiuto verso chi ha bisogno
Molte le associazioni di volontariato che cercano ogni giorno di rendere attiva, attraverso numerose iniziative, la vita di tanti anziani. Come l’Associazione Nazionale Terza Età Attiva per la Solidarietà, onlus Anteas, che a Cagliari si occupa anche di aiutare le famiglie bisognose del territorio. “Nella nostra associazione - spiega la presidente Elena Sitzia – oltre ad organizzare gratuitamente vari corsi, diamo una mano al Banco Alimentare a distribuire le derrate a tutti quei nuclei familiari che non riescono ad arrivare alla fine del mese. Questo ci aiuta a mantenerci attivi, infatti tra di noi ci chiamiamo i “diversamente giovani”, ma soprattutto c’è la gioia di poter fare gratuitamente qualcosa di concreto per gli altri”. Infatti uno degli spettri maggiori dell’invecchiamento è proprio la solitudine. “Da soli non si va nessuna parte – dice la presidente – insieme invece possiamo fare tante cose utili. Tra poco inizieremo ad allestire i regali di Natale per i bambini di queste famiglie, e non c’è nulla di più bello che vedere tutti i nostri associati, preparare con amore, calze bellissime piene di dolci e caramelle. E i sorrisi gioiosi di quei piccoli, sono per noi la ricompensa e il dono più dolce che potremmo desiderare”.
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